Ministro, ascolti gli studenti!

Pubblichiamo la lettera scritta da un docente di Pescara al ministro dell'Istruzione. «Il dialogo non è da temere, è segno di fiducia»
Assemblea studenti

Onorevole Mariastella Gelmini,

scrivo al ministro della Pubblica Istruzione ma ancor prima, fraternamente, alla persona che condivide gli stessi principi e gli stessi ideali cristiani.

 

La supplico: ascolti gli studenti! Non abbia paura del dialogo. Sono assolutamente certo che solo una parte esigua degli studenti che sono scesi in piazza martedì scorso erano violenti e le loro azioni sono assolutamente deprecabili e da condannare senza tentennamenti ma la maggioranza esprimeva un forte disagio.

 

I giovani si sentono privati del futuro, assistono ad azioni politiche “calate dall’alto”; è una generazione che non vede prospettive, che sta perdendo la speranza. Privare le nuove generazioni della speranza significa togliere motivazioni, tarpare le ali, e in definitiva svuotare l’anima della nostra Nazione.

 

Sono cosciente che stiamo vivendo un periodo di crisi economica gravissima e che bisogna prendere dei provvedimenti ma perchè proprio nei confronti dei “più piccoli”, degli “ultimi”? Perchè non dialogare – senza soluzioni preconfezionate da imporre – con una rappresentanza degli studenti, in una logica di soluzione condivisa? Una riforma che riguarda in ultima analisi gli studenti non si può fare prescindendo da loro, dalle loro prospettive e sogni per il futuro.

 

Ancora. Il dialogo stempera – oserei dire: annulla – la violenza. Nella mia attività di insegnante mi rendo conto che mi metto a urlare solo quando non riesco a farmi ascoltare dai miei studenti, ed è un segno di debolezza da parte mia. Ma quando si instaura un clima di ascolto e di fiducia la violenza non ha più ragione di esistere. Questo clima di ascolto lo dobbiamo creare noi! Altrimenti i giovani si disamoreranno ancor di più della politica.

 

Io insegno in una scuola professionale e la stragrande maggioranza degli studenti maggiorenni odia la politica, la vede come una realtà “schifosa” da rigettare a tutti i costi. Possiamo invece mostrare un volto diverso della politica attraverso gesti concreti, “profetici”, di coinvolgimento fattivo delle nuove generazioni nella gestione della “res pubblica”.

 

Non so se Lei leggerà mai queste mie righe ma mi creda sono scritte col cuore e, spero, passione

educativa. Cordialmente, Buon Natale!

Prof. Sergio Brena – Pescara

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