Mille candele e una foresta per Martini

Mentre nel Duomo, a Milano, migliaia di persone continuano a rendere omaggio al cardinale, in Galilea, nei pressi del lago di Tiberiade, sorgerà una foresta per ricordare il suo impegno nel dialogo con gli ebrei
cardinale martini camera ardente

Come in una processione, la gente comune che si mescola con professionisti, impiegati, dottori. Tutti diretti alla tomba dell’arcivescovo più amato della chiesa ambrosiana, mentre i commessi della Veneranda Fabbrica fanno ordine tra il flusso continuo di chi porta candele e mazzi di fiore sulla lapide di marmo bianco con la scritta "Carlo Maria Martini – arcivescovo di Milano 1980-2002".

Qui, dalla sua morte, poco più di un mese e mezzo fa, già sono passate le persone più svariate a raccontare l’amore che hanno ricevuto dal cardinale. I commessi raccontano che in certi giorni davanti alla tomba vengono bruciate tutte le candele contenute in quattro casse da 250 pezzi l'una. Mille al giorno. In certi fine settimana, spiegano, hanno portato via anche 40 sacchi di mozziconi.

Lo scorso 11 ottobre, inoltre, su iniziativa del rabbino Giuseppe Laras, e d’accordo con la Fondazione Culturale S. Fedele e con il Keren Kayemeth Le-Israel (Fondo Nazionale Ebraico,) è stata presentata ed aperta una pubblica sottoscrizione affinché venga piantata in Israele, terra tanto amata dal card. Carlo Maria Martini, una foresta alla sua memoria e in suo onore.

Esistono in Israele foreste piantate in onore di alcuni Papi, come Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Questa foresta sarà in memoria di un grande cardinale. La novità di questa iniziativa è che la sua promozione per la prima volta è nata all’interno di un’istituzione ebraica, presieduta da un rabbino, di concerto con istituzioni cristiane – e non viceversa.

Laras ha fortemente voluto che questa iniziativa potesse coinvolgere sin da subito cristiani ed ebrei insieme, proprio al fine di potenziare, ampliare e rafforzare la frequentazione, la stima e l’amicizia reciproche, come certamente avrebbe desiderato e sognato Martini. L’offerta di alberi in memoria del cardinale è aperta a qualsiasi persona di buona volontà, sia singoli che centri culturali, aziende, parrocchie, diocesi, giornali, comunità ebraiche, comuni, scuole. Il KKL, il Fondo Nazionale Ebraico, per ogni donazione ricevuta, consegnerà un certificato attestante il numero di alberi donati.

La foresta in memoria del cardinale sorgerà nei pressi di Tiberiade, in Galilea, località amata da Martini ed altamente simbolica sia per gli ebrei che per i cristiani. L’iniziativa è stata presentata con una conferenza stampa a Milano. Erano presenti mons. Bottoni, per anni stretto collaboratore del card. Martini, i monsignori Borgonovo e Fumagalli, dottori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Roberto Jarach, vice-presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Italiane, Bruno Dapei, presidente del Consiglio provinciale di Milano, Enrico Schwarz, direttore della Fondazione Maimonide.

Padre Lino Dan, superiore della Comunità dei PP. Gesuiti di S. Fedele, nel presentare il progetto della foresta, ha ricordato come nel giorno dell’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, sia significativo e bello ricordare il cardinale Martini piantando insieme, cristiani ed ebrei, una foresta in suo onore e alla sua memoria; una foresta che andrà sin da subito a simboleggiare in maniera potente e nobile un frutto benedetto del Concilio Vaticano II, ovvero il dialogo ebraico-cristiano.

Rav Alfonso Arbib, Rabbino Capo di Milano, ha osservato come gli alberi siano “un segno di vita e di pace". «È bello ed importante che in Israele, che ha tanto bisogno e sete di pace, alberi vengano piantati in memoria di un carissimo amico, grande ed autentico uomo di dialogo e di pace».

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