Mille anni da riconciliare
Cattolici e ortodossi affidano l'importante obiettivo dell'unità dei cristiani alle preghiere dei fedeli. Si è concluso a Vienna il 12° incontro della Commissione Mista per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme.
Il tema è cruciale per il dialogo teologico tra cattolici e ortodossi. Si parla cioè del “ruolo del Vescovo di Roma nella Comunione della Chiesa nel Primo Millennio”. E’ dunque normale che i colloqui siano intensi e che i tempi per un accordo teologico siano lunghi. C’è tutta una storia da riconciliare.
Si è concluso il 27 settembre il 12° incontro della Commissione Mista per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Le sessioni dei lavori si sono svolte a Vienna, città- ponte tra Est ed Ovest con una ricca vita ecumenica. Erano presenti 23 membri cattolici ed erano rappresentate tutte le Chiese ortodosse, ad eccezione del Patriarcato di Bulgaria. Nel comunicato finale che è stato dato alla stampa al termine dell’incontro , si sottolinea come i lavori si siano svolti “in spirito di amicizia” e “fiduciosa collaborazione”, e questo è già un elemento molto importante perché rivela che da tutte le parti c’è il desiderio di andare avanti nelle ricerca teologica, nonostante gli ostacoli e i nodi da sciogliere.
Nella Cattedrale di Santo Stefano di Vienna, il cardinale arcivescovo della città Christoph Schönborn si è rivolto ai membri della Commissione e ha detto: “Abbiamo bisogno di un primato nel senso canonico, ma soprattutto c’è il primato della carità. Tutte le disposizioni canoniche nella Chiesa servono questo primato d’amore (agape)”. Anche il neo presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani mons. Kurt Koch – parlando ai giornalisti – ha spiegato che il modello di unità futura tra le Chiese è ”la grande domanda” che dovrà essere affrontata nel futuro del dialogo, e che la via da seguire è una dinamica di dialogo che sappia accogliere la diversità dell’altro come dono.
A Vienna non si è partiti da zero: si è lavorato su una bozza di lavoro che era stata prodotta lo scorso anno alla sessione plenaria di Paphos, nell’isola di Cipro. Ma a Vienna i membri della Commissione hanno concluso che quel testo doveva essere “ulteriormente rivisto”. Si è quindi deciso di formare a questo scopo una sottocommissione che sottoporrà il suo lavoro ad un Comitato Congiunto il prossimo anno. Avrà il compito di approfondire “gli aspetti teologici ed ecclesiologici del Primato nella sua relazione con la sinodalità”.
Letto così, il comunicato di Vienna sembra decretare uno “stop” ad un iter che sembrava ben avviato lo scorso anno. Legittimo quindi chiedersi se si tratta di un ripensamento rispetto ai risultati raggiunti. A rispondere per primo alla domanda è il Metropolita Hilarion, Presidente del Dipartimento Relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca che categoricamente smentisce le affermazioni della stampa e con decisione precisa che no, a Vienna “non si è verificata alcuna rottura”. Le spiegazioni “tecniche” riferite dal metropolita russo rivelano quanto il dialogo su questo spinoso punto della teologia sia preso in esame molto seriamente dai teologi di entrambi le parti e quanto forte sia l’intenzione di coprire “lacune e prolassi” anche di tipo storico.
Il Metropolita di Messinia Chrysostomos, professore presso l’Università di Atene e alla guida della delegazione della Chiesa di Grecia al Dialogo tra Ortodossi e Cattolici, parlando all’agenzia di stampa greca “Amen.gr” chiarisce in maniera inequivocabile i termini di questo dialogo. E rispondendo soprattutto a chi vede lentezze e inciampi, ha spiegato: “Non penso che esista un particolare orizzonte temporale per il completamento del Dialogo. Del resto nei trent’anni di Dialogo, la pubblicazione di appena cinque documenti teologici comuni conferma anche la serietà e l’accuratezza dello studio delle questioni discusse. Nella discussione di ogni documento, sempre ci troviamo di fronte a ostacoli, che i mille anni di divisione e separazione hanno posto, e proprio questi cerchiamo ogni volta di superare e risolvere”.