Militari a Milano
Era facile, ieri pomeriggio in Via Padova incrociare i discorsi che portavano tutti in una sola direzione. Nei bar, come nel negozio del “maestro”: il parrucchiere pugliese che qui ha fatto una fortuna. Ma anche all’uscita della chiesa di S. Giuseppe dei morenti. L’argomento era lo stesso e i pareri contrastanti. I militari sono utili a garantire una maggiore sicurezza nelle nostre periferie oppure è un rimedio tampone che lascia il tempo che trova?
A “provocare” è stato la richiesta del sindaco Sala indirizzata al governo durante la visita della presidente della Camera Boldrini: quando annuncia l’ intenzione di chiedere al governo anche l'esercito per presidiare il quartiere più multietnico della città. Questo alla luce anche dell'accoltellamento di sabato scorso in piazzale Loreto che si è poi trasformato in omicidio.
"Obiettivamente i militari possono tornare utili in una situazione come quella di Milano e di via Padova in particolare. Sto considerando di chiedere per la città una parte dei militari che erano impegnati sul progetto 'strade sicure' per il Giubileo. Alcune comunità sudamericane si caratterizzano per avere livelli di violenza preoccupanti. In via Padova a Loreto in su agiremo perché li tema sicurezza è più urgente che altrove".
Poi ha precisato che la presenza dell'esercito "riguarda tutta la periferia milanese, non soltanto via Padova".
E forse i militari potrebbero tornare già per Sant’Ambrogio, il ponte dell’Immacolata, la prima della Scala, del weekend dell'Immacolata. Un inizio di dicembre ricco di iniziative dove la presenza delle forze dell’ordine potrebbero garantire una maggiore sicurezza.
Attualmente a Milano sono presidiati in maniera fissa il Duomo e la stazione Centrale, e due mobili, scelti in base al momento – Darsena nel weekend, Castello, Consolati, agenzie straniere, scuole confessionali.
Non tutti sono sicuri che una presenza più costante di forze di polizia garantisca maggiore sicurezza. “I militari passano si in Via Padova, ma nelle vie laterali ciò che succede non lo vedono”. Certo, la via all’inizio è abitata ancora da lombardi puro sangue, poi man mano che si addentra verso Piazza Loreto s’incunea inglobando come un nastro tritacarne la molteplicità di razze, di interessi di “affari”. E insieme una convivenza assassina di passioni, uno sfogo di illegalità. Trans, viados, tossici, delinquenza spicciola e grande. Ogni metro è suddiviso tra le varie bande che hanno la loro postazione, ogni angolo il suo controllo. E ogni isolato è proprietà di questo o di quel gruppo. Piazza Loreto è a pochi passi dalla Stazione Centrale e percorrere questo tratto di strada la sera tardi o di notte non te lo auguro.
Negli anni sono nati tanti “comitati” lungo questa arteria fatta di negozi gestiti da cinesi, egiziani, latino americani, comitati per promuovere l’integrazione, per creare socialità, sono state istituiti asili e scuole multietniche. Qualcosa ha funzionato e funziona tuttora. Ma comunque nonostante questi sforzi si sente lo scollamento, l’abbandono da parte delle istituzioni. Ci sono condomini prigioni dove vivono ammucchiati ragazzi che dormono una notte qua una notte là su letti, coperte, cuscini affittati a 15 – 20 euro a notte, per decine e decine di persone.
Paolo Pinardi, su "Il ponte", giornale on line scrive che per questa gente, per questa strada un intervento serio da parte dell’amministrazione per mettere a posto la zona, non è mai accaduto come effettuare un recupero privato sotto regia pubblica, comunale, non c'è mai stato. Tra le ante idee non realizzate vi era persino pensato ad attivare una segnaletica in più lingue, per dire di non lasciare le bottiglie dove capita, di non abbandonare le masserizie. Sì, viene da dire, servirebbe davvero un bell'esercito: l'esercito della salvezza, però, e non dei fucili. Ma via Padova da strada simbolo del fallimento e dell’integrazione senza regole, può ancora riscattarsi. Perché qualche cosa ha funzionato. Il degrado in fondo sta nei primi 100 civici della strada, da piazzale Loreto verso Crescenzago. Vabbè lì ha sede la disperazione e la delinquenza. Ma se al posto delle forze di polizia il comune investisse in educatori di strada, siamo sicuri che il risultato sarebbe lo stesso?. Forse vale la pena provarci.