Sala: torno a fare il sindaco
Ieri, in consiglio comunale, Giuseppe Sala ha spiegato i motivi per cui aveva deciso di autosospendersi da sindaco di Milano, in seguito al suo coinvolgimento come indagato nell’inchiesta sui lavori della piastra di Expo, l’appalto più importante dell’evento.
Poco più di dieci minuti per chiarire il suo comportamento. «L’autosospensione è stata una buona decisione. Adesso – ha affermato – posso tornare con energia nei miei poteri perché so che non ci sono condizioni derivanti dalla mia posizione di indagato. Martedì ho verificato l’esistenza delle condizioni necessarie per svolgere il mio lavoro che richiede serenità e tranquillità, anche perché siamo essere umani e non macchine e non possiamo passare la giornata a rispondere ai giornalisti o a parlare con gli avvocati».
Riguardo alle accuse a suo carico, Sala ha precisato che risponderà alla Procura generale quando sarà convocato. Ha anche chiarito che non si opporrà alla richiesta di proroga di sei mesi delle indagini. È tornato nel pieno delle sue funzioni dopo la parentesi improvvisa, per alcuni versi incomprensibile.
Adesso, ha annunciato, “Torno a fare il sindaco”, punto e basta. Beppe Sala aveva annunciato la fine della sua autosospensione dalla carica di primo cittadino perché diceva di essere “certo della mia innocenza verso un’accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività”.
In una lunga lettera su Facebook aveva spiegato ai cittadini le ragioni che l’avevano portato a questa decisione, dopo che aveva saputo di essere indagato per falso nell’ambito dell’inchiesta sulla Piastra di Expo. “A fronte di questa situazione, avrei potuto limitarmi a una risposta normale, e forse anche un po’ scontata, di fiducia nell’operato della magistratura. Ma io non credo che le cose si debbano sempre risolvere così. Ho fiducia nella magistratura, certo. Ma non posso negare il mio stupore nell’aver appreso la notizia dalla stampa. Mi direte, non è certo la prima volta. Vero, ciò nondimeno dobbiamo tutti insieme fare uno sforzo per non considerare la cosa ‘normale’. Non lo è se riguarda un cittadino e non lo è se riguarda il sindaco di Milano, con le responsabilità che porta verso la collettività”.
Che se la fosse presa male l’avevamo capito. E che questa autosospensione fosse un gesto di stizza e di nervosismo pure. Ma digerito il rospo, ora dice di aver “apprezzato la disponibilità della Procura Generale. Di voler ringraziare i circa 400 sindaci che hanno firmato l’appello di questi giorni: si tratta non solo di una dimostrazione di stima e di vicinanza nei miei confronti, ma anche di una lucida esposizione delle condizioni necessarie perché un amministratore possa svolgere bene il suo compito a favore dei cittadini. Ma vorrei soprattutto dire grazie ai tanti cittadini milanesi (e non solo) che hanno dimostrato di comprendere il mio gesto cogliendone senso e significato. Milano ha il dovere di condurre la ripresa del nostro Paese anche attraverso la conferma di un modello amministrativo che mette al centro del suo operato trasparenza e legalità” .
E così Sala torna nel pieno delle sue funzioni. Dal punto di vista dell’indagine la vicenda non è ancora chiusa dopo che la procura generale ha deciso di avocare a sé gli atti riguardanti la vicenda Expo, che la procura stava invece chiudendo senza indagare Sala. “Io non ho alcun motivo di polemizzare con la magistratura – ha aggiunto il sindaco di Milano – di cui rispetto il lavoro, tanto essenziale nel funzionamento di un sistema democratico. Né ho motivo di lamentarmi per le inchieste che riguardano Expo 2015: lo sforzo di trasparenza che è stato compiuto ha aiutato la credibilità internazionale dell’evento. So di aver agito sempre nell’unico interesse di portare Expo 2015 al successo, con tutte le opere pronte il giorno dell’inaugurazione. Come so perfettamente di non aver mai goduto di nulla che non fosse il mio regolare stipendio e di non aver mai utilizzato i miei poteri per favorire qualcuno”.
In questi giorni il legale di Sala ha cercato di conoscere i motivi delle accuse soprattutto quelle riguardanti il falso materiale e ideologico, e a quanto pare queste non provocherebbero comunque la decadenza del sindaco in base alla legge Severino, se anche si arrivasse a una condanna. Inoltre il legale di Sala, nell’incontro con i magistrati, ha chiesto di conoscere se il sindaco risulti indagato in altre inchieste e per quali reati. Sala ha chiesto ai magistrati la massima trasparenza sulla vicenda e a quanto pare è stato rassicurato al riguardo: “Le verifiche svolte dai miei legali in queste intense giornate hanno chiarito sufficientemente il merito dell’indagine e l’inesistenza di altri capi di imputazione”. La decisione di Sala è stata gradita dal premier Gentiloni che in una telefonata ha detto di aver apprezzato la scelta di tornare alla sua responsabilità di primo cittadini, scelta, secondo Gentiloni, fatta nell’interesse di Milano e dei milanesi.