Milano: il muro della gentilezza

Inaugurato a gennaio dello scorso anno a Milano, il muro della gentilezza ha raccolto oltre 10 tonnellate di indumenti usati, 400 coperte invernali, più di 13 mila libri e centinaia di giocattoli per bambini di tutte le età.

Da poco più di un anno, sulla facciata esterna dei locali del Tempio del Futuro Perduto a Milano, in via Luigi Nono, è nata l’iniziativa de “Il muro della gentilezza”, un luogo dove chi può lascia qualcosa in dono a chi ne ha bisogno. Un muro che non divide ma unisce, dove chi vuole può appendere vestiti, sciarpe, cappelli, lasciare scarpe, libri o giocattoli che possono essere recuperati da chi ha bisogno di una giacca per ripararsi dal freddo ma non può permettersela o da una famiglia in difficoltà.

Un progetto per dar nuova vita ad abiti che sono da troppo tempo inutilizzati e un punto di riferimento per molte persone che in questo momento si trovano in difficoltà ma che trovano ancor più difficoltà nel chiedere aiuto e che in questo modo possono recuperare un bene di prima necessità in qualsiasi momento e in maniera del tutto anonima. La risposta dei cittadini di Milano è stata sorprendente, fin dall’inizio i ganci attaccati al muro si sono riempiti e il via vai non si è mai interrotto. In un anno sono stati distribuiti 10 mila kg di indumenti usati, 60 tra letti e materassi, 400 sacchi a pelo e coperte invernali, 26 passeggini, 200 confezioni di pannolini, giochi per bambini di tutte le età, biciclette, strumenti musicali, stampelle e carrozzine per anziani, estrattori di latte materno, posate e stoviglie, costumi di carnevale, lettori dvd, profumi e gioielli e oltre 13 mila libri lasciati sugli scaffali.

Si legge sulla pagina Facebook di Tempio del Futuro Perduto: «La pandemia ha cambiato molto il Muro della Gentilezza: inizialmente erano principalmente gli emarginati che ne facevano uso e facevamo fatica a distribuire tutti i doni ricevuti dai milanesi; ma con il passare del tempo e l’arrivo del Covid sempre più famiglie da tutta Milano e hinterland hanno iniziato a fare la fila e chiederci aiuto. Siamo felici e orgogliosi di essere riusciti a riorganizzarci in un periodo così difficile rispettando ogni decreto in vigore facendo fronte a migliaia di situazioni difficili». E infatti anche durante la crisi sanitaria le persone hanno sentito il bisogno di aiutare mettendo in moto un circuito di solidarietà che nei mesi più difficili ha portato alla donazione di 4 mila mascherine chirurgiche.

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