Milano, il no dei consigli di zona alle sale da gioco

Presentate mozioni contro l'apertura di nuove sale in corso Garibaldi e nella galleria Puccini, luoghi sensibili per il rischio di coinvolgimento dei ragazzi delle scuole. Crescono le iniziative della società civile per contrastare il dilagare della dipendenza
Slot machine

Altro colpo al proliferare di sale da gioco e slot machine nella città di Milano. Questa volta, dopo Regione e Comune, a fare la voce grossa contro le macchine mangiasoldi sono i consigli di due zone della città, la 1 e la 3, che si oppongono all’apertura di nuove sale in corso Garibaldi, nella galleria Puccini e in corso Buenos Aires 33. E per la prima volta si fa ricorso all’applicazione delle regole che dettano i criteri di apertura di questi locali.

La sala di corso Garibaldi è a poche decine di metri dalla scuola germanica di via Tommaso da Cazzaniga e la preside ha espresso tutta la sua preoccupazione, «perché è chiaro il rischio che gli studenti possano perdere tempo e soldi giocando alle macchinette». Stesso discorso per quanto riguarda l’apertura in galleria Puccini, dove sarebbe prossima ad «almeno cinque centri di aggregazione», fra cui «alcune librerie per ragazzi e la scuola elementare di via Casati».

Ad oggi il Comune non può disporre dal punto di vista legale dell’autorizzazione di nuove sale, perchè questa spetta ancora alla questura. Però può essere determinante e indicativa la pressione che possono fare i consigli di zona, e non meno significativo anche il pareredei quartieri che si sono espressi negativamente . Ma sono buona cosa le indicazioni che vengono rilasciate all’autorità di pubblica sicurezza.

Il consiglio di zona 1 si augura nella mozione «che siano individuate da parte dei settori comunali possibili ubicazioni di tali attività in aree che presentino bassa criticità, che si introduca il divieto di apertura di sale giochi entro un raggio di 300 metri da ospedali, scuole, università, edifici di culto». Ma questo divieto può diventare valido solamente se recepito dalla legge nazionale con una modifica del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

Secondo una ricerca del consiglio di zona 1, oggi nel solo centro storico cittadino le sale scommesse che raccolgono puntate sportive sono 11. E tre sono le sale gioco con videolotterie e videopoker, «localizzate prevalentemente nel quartiere Sarpi-Canonica». Interessante il numero sempre maggiore di attività di contrasto che hanno da tempo iniziato le associazioni anti-dipendenza patologica da gioco d’azzardo; da queste viene la richiesta di un intervento pubblico forte per contrastare nuove aperture di sale, soprattutto nelle zone fortemente popolate. Cosa che Comune e Regione negli ultimi mesi hanno ripetutamente fatto, invitando i gestori dei bar a non ospitare macchine per il gioco elettronico.

E pian piano si stanno vedendo i primi risultati. Singolare la storia di un barista milanese che da febbraio ha rinunciato agli incassi che gli derivavano dai videopoker, ritenendo «immorali» le macchinette. «Era impossibile stare a guardare – racconta il barista –; una volta un ragazzo del quartiere, coetaneo di mio figlio, in due ore si è giocato la metà del primo stipendio: a quel punto ho detto basta».

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