Milano celebra i lavoratori e il lavoro che non c’è più

Nel capoluogo lombardo cortei per il lavoro e contro la precarietà. Ricordato il carabiniere ferito davanti Palazzo Chigi a Roma
Manifestazione dei lavoratori

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e l’assessore al Welfare Cristina Tajani, seguiti dai gonfaloni della città e da quelli di altri comuni dell’hinterland, hanno aperto il corteo del primo maggio nel capoluogo lombardo. Poi cartelli per denunciare la grande crisi che sta attraversando l’occupazione in tutti i settori, lavoratori over 55 che hanno perso il lavoro prima di poter accedere alla pensione, grida e slogan contro l'ex ministro Elsa Fornero e tanti striscioni: da quelli della federazione dei lavoratori a quelli dei ricercatori di scuola e università, dagli esodati ai pensionati, ai giovani, agli immigrati, ai lavoratori agroalimentari, ai volontari delle onlus, alla fiom e al partito comunista, oltre che a quelli di Cgil, Cisl e Uil e ai cartelli degli esponenti del partito marxista-leninista italiano.

Il corteo era partito alle 9.30 dai Bastioni di Porta Venezia, all’arrivo in piazza della Scala tre donne rappresentanti sindacali hanno aperto il comizio: «I lavoratori dei servizi – ha affermato Gabriella Salomone del San Raffaele, che ha protestato contro i rinnovi contrattuali per i quali "si devono cedere anni di diritti" – subiscono violenti tagli orari che accettano pur di tenere posto di lavoro. Non è sviluppo tenere aperti negozi le domeniche e festivi. È inaccettabile, la festa non si vende. Non è modernità creare una cultura del consumo ad ogni costo».

Tocca a Pisapia dire: «Siamo in un momento di profonda crisi e rinnovata unità sindacale. È importante che ci sia un interlocutore sul quale far tutte le pressioni democratiche possibili perché attui quello che ha annunciato. In parlamento c’è una maggioranza che evidentemente non è quella che lavora e gran parte del Paese voleva e auspicava, c'è una opposizione che ha detto voler essere costruttiva sulle politiche del lavoro e del rilancio. Crisi a Milano? Tutto quello che il Comune può fare, lo sta facendo con contributi alle imprese».

Poi un minuto di silenzio per ricordare Giuseppe Giangrande, il carabiniere ferito a Roma, le due lavoratici di Perugia e tutti i morti sul lavoro. Alle 15 è la volta del Mayday, altro corteo. È la volta dei precari del ticinese che partendo da piazza XXIV maggio arrivano a Palazzo Lombardia con lo slogan: «Una sola grande opera: reddito per tutti». «L'esposizione universale significa cemento, precarietà dell'ambiente e delle nostre vite e speculazione, proprio mentre i soggetti più colpiti dalla crisi sono abbandonati a se stessi e spremuti fino all'ultimo. Per questo il grande evento, la grande opera, che vogliono i precari non è Expo, ma il reddito di base».

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