Milano: accoglienza profughi a rischio

Blocchi stradali e occupazione dei binari in vista della scadenza di febbraio. L’appello della Caritas affinché non siano lasciati per strada i più deboli prima della fine dell’inverno
Caritas-profughi

«L’approssimarsi della scadenza del periodo di accoglienza crea tra gli ospiti dei centri una comprensibile tensione alimentata anche da informazioni scorrette. In alcuni casi, tale situazione potrebbe degenerare in aperte rivolte che, inevitabilmente, comprometterebbero il buon lavoro fatto fin qui. Considerato il nuovo contesto, Caritas Ambrosiana rinnova l’appello già espresso da Caritas Italiana, ai massimi livelli istituzionali, affinché l’accoglienza possa essere prolungata almeno fino all’inizio della primavera.

Un mese in più non consentirà certo di dare nemmeno lontanamente risposta alla domanda di futuro espressa da questi migranti. Ma potrà almeno evitare loro di affrontare difficoltà superiori alle loro forze, senza sovraccaricare una rete di aiuti già parecchio appesantita dai tagli al welfare e da una crisi economica che non allenta la presa. Inoltre, Caritas Ambrosiana rivolge a tutti i soggetti coinvolti un invito pressante ad agire con senso di responsabilità, in questa difficile fase, anteponendo ad ogni altra valutazione il valore della solidarietà».

Questo in sintesi l’appello a governo e istituzioni, rilanciato in questi giorni dalla Caritas Ambrosiana che insiste perché, avendo prolungato di soli due mesi l’accoglienza, si rischia di lasciare per strada, prima della fine dell’inverno, proprio i soggetti più deboli, tra i quali anche donne con bambini che difficilmente potranno trovare soluzioni autonome.

«Usciti dai centri di accoglienza, i soggetti più fragili chiederanno aiuto alle Caritas e ai comuni, appesantendo così il carico sostenuto da un welfare locale già costretto a rispondere a bisogni crescenti con sempre meno risorse».

Solamente a Milano, dall’inizio dell’emergenza, Caritas Ambrosiana ha accolto presso strutture proprie o realtà collegate più di 200 profughi (principalmente uomini), provenienti per lo più dall’Africa sub-sahariana, in particolare da Nigeria, Mali, Costa D’Avorio, Ghana e Somalia.

Per favorire l’integrazione ha organizzato 9 corsi di italiano cui hanno partecipato 95 persone, indirizzando le altre ai corsi già attivi sul territorio; ha attivato 9 corsi di formazione professionale e più di 20 tirocini con borsa lavoro. Ha offerto supporto psicologico, assistenza legale, accompagnamento sociale. Questo ampio ventaglio di opportunità è stato garantito attingendo anche a risorse proprie, sia umane (volontari), sia economiche.

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