Milano, a Fa’ la cosa giusta! Resistere oggi alla cultura della guerra
La crescita costante delle spese militari ha raggiunto il record annuo di 2.500 miliardi di dollari nel 2023 sulla base di un preteso realismo politico che giustifica e finanzia la guerra.
In questo scenario l’Italia si colloca tra i primi 10 esportatori di armi a livello mondiale, balzando al terzo posto tra quelli occidentali dopo Usa e Francia. Nel periodo 2019-2023 il volume dell’export di armi dall’Italia è cresciuto del ben 84%.
D’altra parte, secondo il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, «siamo di fronte alla più grande minaccia alla nostra sicurezza dalla seconda guerra mondiale, è tempo di fare passi concreti e radicali per essere pronti a difenderci mettendo la nostra economia in “modalità guerra”».
Sul piano parlamentare è sotto attacco la legge 185/90 che pone dei limiti all’esportazione di armi verso i Paesi in guerra e/o che violano i diritti umani. Parliamo di una norma introdotta in continuità e applicazione della Costituzione grazie all’impegno dei lavoratori come Elio Pagani che fecero obiezione di coscienza alla produzione bellica.
Allo stesso tempo non mancano anche oggi dei segnali di un’umanità che rifiuta di restare indifferente di fronte alla corsa generale al riarmo.
A partire da Genova, in numerosi porti i lavoratori rifiutano di caricare le armi destinate ad alimentare conflitti senza fine.
In Sardegna un pezzo di società civile non si limita a chiedere di fermare l’invio di bombe e missili in Arabia Saudita e di convertire la produzione di morte ma ha promosso una rete di economia libera dalla guerra (War free). Una reale alternativa alle industrie di armi che pongono il ricatto occupazionale ponendo il contrasto tra lavoro e coscienza personale.
Ma è solo utopia sostenere, in questo tempo difficile, una politica della nonviolenza attiva e della conversione ecologica integrale?
La cultura della guerra è alimentata da centri di pensiero capaci di incidere in ogni ambiente, compreso quello delle comunità cristiane nonostante l’insegnamento di papa Francesco, che ha chiesto di essere credibili nel rispondere all’economia che uccide, indicando tra le cause principali dei conflitti gli interessi dei produttori di armi.
Alla radice di tale assuefazione all’ineluttabilità di una politica ed economia “in modalità di guerra” ci sono decenni di una mentalità che ha trattato la questione delle armi come marginale rispetto ad altre tematiche.
Per tale ragione quando Francesco si è recato negli Usa nel 2015 ha indicato tra gli esempi da seguire Thomas Merton e Dorothy Day, due testimoni autentici della centralità dell’impegno radicale per la pace. Merton, religioso trappista tra i più decisi oppositori della guerra in Vietnam, aveva colto la radice idolatrica della nostra era che fonda la propria sicurezza nella bomba atomica al posto di Dio.
L’incontro promosso all’interno della Fiera di Fa’ la cosa giusta di Milano vuole dare spazio ad un dialogo diretto con Elio Pagani, obiettore alla produzione bellica e uno dei padri della legge 185/90 e quindi testimone credibile della Costituzione. Qui un link per conoscerlo meglio.
Con don Mario Zaninelli avremo la possibilità di avvicinarci alla ricchezza e la fecondità del pensiero di Thomas Merton davanti allo scenario attuale della guerra mondiale a pezzi che si ricongiungono tra di loro come sanno bene, dal canto loro, gli esperti di geopolitica e strategie belliche. Zaninelli è l’autore del saggio introduttivo del “Dossier Pace – resistere alla cultura egemone della guerra” pubblicato dalla rivista Città Nuova.
Sono questi alcuni filoni dell’impegno maturato dal Movimento dei Focolari in Italia che ha promosso un gruppo di lavoro Economia disarmata nella consapevolezza della direzione tracciata da Igino Giordani, cofondatore del Movimento, direttore di Città Nuova e deputato della Costituente repubblicana: «Non basta il riarmo e neppure il disarmo per rimuovere il pericolo della guerra: occorre rimuovere lo spirito di aggressione e sfruttamento ed egemonia, dal quale la guerra viene: occorre ricostruire una coscienza».
Incontro con:
Mario Zaninelli, sacerdote della Diocesi di Milano. Presidente Associazione Thomas Merton Italia.
Elio Pagani, obiettore di coscienza alla produzione bellica, presidente del Centro di documentazione Abbasso la guerra OdV.
Coordina Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova, curatore del Dossier Pace. Coordinatore del gruppo di lavoro Economia Disarmata Focolari Italia.
Appuntamento nello Spazio EdC, stand ND15, padiglione 3, piano terra.