Migrazioni: dalla paura al progetto

Per elaborare opzioni politiche articolate e non improvvisate, bisogna collocare le migrazioni in una prospettiva di medio-lungo periodo. È bene indignarsi per le tragedie; dovremmo però considerare le migrazioni come un fenomeno strutturale di mobilità umana, destinato a ridefinire l’intero assetto dei nostri sistemi politici, il modello sociale, la dimensione culturale e identitaria; come una speranza di futuro e non come un problema da risolvere. Da Nuova Umanità 2014/1
Migrazioni

Nell’analisi dei fenomeni globali, l’ottica che ancora prevale è di tipo “statuale”, internazionale, mentre le questioni sono sempre più trans-nazionali. Ciò è vero anche per l’Unione Europea come costruzione “post nazionale”, che ridiventa però “sovranista” dinanzi alle sfide più complesse, come quelle delle migrazioni.

 

Un’esigenza fondamentale, per elaborare opzioni politiche articolate e non improvvisate, è quella di collocare le migrazioni in una prospettiva di medio-lungo periodo. È bene indignarsi per le tragedie che avvengono in questi anni; dovremmo però considerare le migrazioni non come una questione emergenziale da contenere, ma come un fenomeno strutturale di mobilità umana, destinato a ridefinire l’assetto dei nostri sistemi politici, il modello sociale, la dimensione strutturale e identitaria, come una speranza di futuro e non come un problema da risolvere.

 

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