Migranti, muri in aumento in Medio Oriente (e non solo)
Alla caduta del “muro” per eccellenza, quello di Berlino nel 1989, i muri per impedire l’uscita da un Paese o l’entrata in un altro si contavano sulle dita di una mano. Negli anni il loro numero è cresciuto un po’ alla volta. Ma la costruzione dei muri ha avuto un’impennata con la crisi dei migranti del 2015, e oggi ce ne sono ben 77 nel mondo, dei quali 16 solo in Europa. Quasi tutti hanno lo scopo dichiarato di bloccare gli “ingressi clandestini” dei migranti.
Che ci riescano è un altro paio di maniche: espressione appropriata di manzoniana memoria che ricorda come nel Rinascimento, per rinnovare il proprio guardaroba senza affrontare i costi di un abito nuovo, si cambiavano le maniche di quello vecchio. Fuor di metafora: per non affrontare le cause globali (politiche, climatiche, economiche, carestie, cartelli della droga, ecc.) che provocano migrazioni sempre più cospicue, ci si rifugia nella difesa dei confini nazionali con la costruzione di muri sempre più dotati di sofisticati apparati di controllo e difesa. Ma più che affrontare i veri problemi al massimo li rinviano.
Per quanto riguarda l’area mediorientale in senso stretto, l’edilizia muraria ha trovato in questi giorni una nuova occasione di espansione: il caos afghano dello scorso mese di agosto. Il confine oggetto della costruzione di un muro anti-profughi afghani è quello fra Turchia e Iran (534 Km), dove arrivano già da mesi, a quanto pare, un migliaio di afghani al giorno. Attraversano tutto l’Iran settentrionale (la distanza stradale più breve fra Kabul e Ankara è di circa 3.800 Km) per entrare in Turchia e dirigersi verso la rotta balcanica: la difficile e “murata” via per entrare nei Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale per chi proviene da Est.
Una parte di 156 Km del muro turco, alto 3 metri, intervallato da torri di osservazione e accompagnato da una trincea difesa da filo spinato larga 4 metri, era già operativa. Entro la fine dell’anno, il Governo turco prevede il completamento di 243 Km del vallo, poco meno della metà dell’intero confine, ovvero le parti che presentano meno ostacoli e asperità naturali. La Turchia ospita già 3,5-3,7 milioni di rifugiati siriani, e per tenerseli riceve dall’Ue alcuni miliardi di Euro (6 stanziati nel 2016 e forse altri 3 fino al 2024). Per gli afghani in arrivo questa prospettiva di “rimborso condizionato” non c’è. Almeno per adesso.
A ridosso dei confini turchi ci sono altri 4 muri: 2 costruiti da Paesi confinanti (Grecia e Bulgaria) per fermare i profughi che provenissero dal territorio turco e diretti in Europa, e 2 costruiti dalla Turchia stessa. Uno è quello di Cipro fra la zona autonoma e quella occupata, e l’altro è quello nel nordest siriano contro gli sconfinamenti veri o presunti del Pkk curdo.
Più a Sud, nella regione, si trova quello che è diventato ormai “the wall” per eccellenza: il muro di 730 Km che separa Israele dai Territori palestinesi della Cisgiordania. Senza contare le altre barriere che circondano le colonie israeliane, sempre più numerose. In Israele c’è, inoltre, il vallo che circonda la Striscia di Gaza (prolungato tramite un blocco marino a 9 miglia dalla costa). Gaza è delimitata a sudovest anche dal muro di 10 Km eretto dall’Egitto per impedire (anche se non troppo efficacemente) l’afflusso di armi alle milizie di Hamas, che controllano la Striscia di Gaza.
Altre due barriere si trovano in Arabia Saudita: quella a Nord si trova al confine con l’Iraq in funzione anti-Isis; la barriera a Sud si trova al confine con lo Yemen, ma il progetto saudita di murare tutti i 1800 Km di confine fra i due Paesi non è stato completato a causa dell’inizio della guerra che dal 2015 oppone una parte degli yemeniti, spalleggiata dai sauditi, e da una coalizione araba, agli Huthi del nord-Yemen.
Un altro muro mediorientale è quello che separa il Kuwait dall’Iraq (190 Km), costruito dopo la prima Guerra del Golfo, che il Kuwait vorrebbe da tempo prolungare di altri 217 Km.
Infine, un altra grande barriera fortificata (fatta di terra, pietre e fossati, filo spinato, barre d’acciaio e postazioni di controllo) è quella eretta dall’Iran lungo il confine con il Pakistan (700 Km), prosecuzione dell’analoga separazione tra Iran e Afghanistan (900 Km). La funzione di questo muro è soprattutto quella di ostacolare il traffico di oppio ed eroina in uscita dall’Afghanistan, ma anche le infiltrazioni e gli spostamenti di gruppi armati jihadisti.