Migranti e lavoro: polemiche della Lega
Il progetto si chiama Aiuto anch’io!, ha avuto l’ok con una delibera approvata dalla giunta comunale di Genova nell’ambito dell’operazione “estate sicura”. I migranti verrebbero impiegati nell’assistenza agli anziani, in azioni quotidiane come fare la spesa, spostamenti, consegna di farmaci. Un aiuto non da poco soprattutto per coloro vivono soli. Altri saranno impiegati nelle case di riposo e nei centri anziani della città. Cosa che avviene già da diversi anni, dove la Comunità di Sant’Egidio invia giovani richiedenti asilo politico, arrivati in Italia attraverso i corridoio umanitari, nelle case di riposo del capoluogo Ligure a trovare gli anziani.
Un’esperienza collaudata e di notevole valore. Ma che ora sia l’amministrazione comunale formata da Forza Italia e Lega Nord a proporre praticamente la stessa cosa, proprio non va giù ai consiglieri del Carroccio.
Per la capogruppo del Carroccio a palazzo Tursi, «dare una corsia preferenziale a richiedenti asilo, che quindi non hanno ancora ottenuto un riconoscimento di status di rifugiato, è un grave errore, un atto di razzismo al contrario nei confronti dei tanti giovani e meno giovani genovesi disoccupati, che potrebbero essere impiegati nell’assistenza dei nostri anziani durante la stagione estiva».
Il gruppo della Lega chiede infatti che la delibera venga allargata anche ai disoccupati e ai genovesi in particolari situazioni di disagio. La polemica ha coinvolto anche la regione Liguria dove sempre i consiglieri del Carroccio, attraverso la vice presidente della regione, fanno sapere che «coinvolgere i richiedenti asilo in attività di accompagnamento degli anziani dimessi dagli ospedali o degli anziani fragili che vivono soli è quanto meno inopportuno».
Ma il primo cittadino intende tirare dritto. La delibera rimane, conferma l’assessora ai servizi sociali che insieme allo stesso sindaco aveva presentato il testo in giunta, intascando l’unanimità nell’approvazione. «Non mi aspettavo tutte queste polemiche – dice l’assessora ai Servizi sociali –, anche perché avevamo chiarito da subito, in giunta, che alla delibera sarebbe seguita una convenzione da sottoscrivere con le associazioni che si occupano dei richiedenti asilo, in cui si esplicitava che a lavorare con gli anziani sarebbero stati solo coloro il cui status di rifugiato è già pienamente riconosciuto».
A smorzare i toni e chiarire come andrebbe gestita la questione è, ancora una volta, il buon senso di don Giacomo Martino responsabile Migrantes della diocesi che afferma: «Il volontariato non può nascere da una posizione di forza, non puoi prendere questi ragazzi e dire loro: noi vi abbiamo aperto le porte, andate a fare gratis quello che ci conviene per sdebitarvi. Di che cosa poi?». Migrantes, continua don Giacomo, «offre la possibilità a tutti di impegnarsi in forme di attivazione sociale retribuita con cifre minime e a condizioni trasparenti: le tabelle del comune prevedono una retribuzione di 268 euro per 20 ore lavorative o di 468 euro per 35 ore nell’arco del mese. Tutti i nostri ragazzi seguono i corsi per la sicurezza che li mettono in condizioni di lavorare senza pericolo. E poi fanno quei lavori che non vuole fare nessuno, lo dicono Inps e Inail».
E conclude con forza: «Il volontariato è un’altra cosa, lo facciamo insieme a loro senza chiedere soldi a nessuno. Sarebbe una bella cosa se, sul tema delle fasce deboli, le forze politiche evitassero le polemiche e guardassero alla sostanza, favorendo e non ostacolando le iniziative mirate a migliorare la società».