Migranti, Francesco: “Non nascondiamoci dietro l’indifferenza”

Papa Francesco alla Messa in occasione della Domenica della Parola: il culto più gradito a Gesù «è prendersi cura del prossimo. Il Signore non è un rigido doganiere, no a una fede zavorrata dalla paura».
(AP Photo/Andrew Medichini)

«Vogliamo imitare Gesù, diventare ministri di liberazione e di consolazione per gli altri, attuare la Parola? Siamo una Chiesa docile alla Parola? Una Chiesa portata all’ascolto degli altri, impegnata a tendere la mano per sollevare i fratelli e le sorelle da ciò che li opprime, per sciogliere i nodi delle paure, liberare i più fragili dalle prigioni della povertà, della stanchezza interiore e dalla tristezza che spegne la vita? Vogliamo questo?». Le parole di papa Francesco risuonano forti e chiare nella Basilica di S. Pietro durante la S. Messa nel giorno in cui si celebra la Domenica della Parola. Rimettere la Parola di Dio al centro della pastorale e della vita della chiesa è il significato profondo di questa Giornata, istituita da papa Francesco nel 2019 e celebrata in tutto il mondo nella terza domenica del tempo ordinario.

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«Al centro della vita del popolo santo di Dio e del cammino della fede non ci siamo noi, con le nostre parole. Al centro c’è Dio con la sua Parola», ricorda il papa. È la Parola che svela Dio, che libera dalle false immagini di un Dio giudice e distaccato dalle vicende umane e ci rivela un Dio che con la sua Parola ha creato l’universo, che ci difende e ci consiglia, che si appassiona alla nostra vita. «Il Dio vicino – dice Francesco -, con quella vicinanza che è compassionevole e tenera, vuole sollevarti dai pesi che ti schiacciano, vuole riscaldare il freddo dei tuoi inverni, vuole illuminare le tue giornate oscure, vuole sostenere i tuoi passi incerti. E lo fa con la sua Parola, con la quale ti parla per riaccendere la speranza dentro le ceneri delle tue paure, per farti ritrovare la gioia nei labirinti delle tue tristezze, per riempire di speranza l’amarezza delle solitudini».  In Gesù, infatti, la Parola si è fatta carne, «per opera dello Spirito Santo è venuta ad abitare in mezzo a noi e vuole dimorare in noi, per colmare le nostre attese e sanare le nostre ferite».

La Parola, mentre conduce a Dio, porta all’uomo: Gesù «è sceso sulle strade del mondo a incontrare l’umanità ferita, ad accarezzare i volti scavati dalla sofferenza, a risanare i cuori affranti, a liberarci dalle catene che ci imprigionano l’anima. In questo modo ci rivela qual è il culto più gradito a Dio: prendersi cura del prossimo». É questa la conversione di ognuno, la vera conversione di cui il mondo, lacerato dall’ingiustizia e dalla fame, ha bisogno. «Quanto dolore sentiamo nel vedere i nostri fratelli e sorelle morire sul mare perché non li lasciano sbarcare! – dice papa Francesco – E questo, alcuni lo fanno in nome di Dio. La Parola di Dio ci invita a uscire allo scoperto, a non nasconderci dietro la complessità dei problemi, dietro il “non c’è niente da fare”, “è un problema loro”, “è un problema suo”, o il “che cosa posso farci io?”, “lasciamoli lì”. Ci esorta ad agire, a unire il culto di Dio e la cura dell’uomo».

(AP Photo/Andrew Medichini)

Amore a Dio e vicinanza compassionevole verso ogni persona sono le caratteristiche che deve avere chi vuole annunciare il Vangelo. Nel corso della celebrazione eucaristica di quest’anno, per la prima volta, è stato conferito il ministero del Lettorato e quello di Catechista ad alcuni laici, donne e uomini, come disposto da papa Francesco con il Motu Proprio “Spiritus Domini” e con la Lettera al prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede. Nella Basilica di S. Pietro, hanno ricevuto questo mandato laici e laiche provenienti dall’Italia, dalla Corea del Sud, dal Pakistan, dal Ghana, dal Perù, dal Brasile, da Łódź e  da Madrid. Hanno il compito di servire il Vangelo e annunciarlo affinchè «la sua consolazione, la sua gioia e la sua liberazione raggiungano tutti. Questa è anche la missione di ciascuno di noi – aggiunge il papa -: essere annunciatori credibili, profeti della Parola nel mondo. Perciò, appassioniamoci alla Sacra Scrittura, lasciamoci scavare dentro dalla Parola, che svela la novità di Dio e porta ad amare gli altri senza stancarsi».

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