Migranti, Draghi: Nessuno sarà lasciato solo nelle acque italiane
Duemilacentosettantatre arrivi nell’arco di 24 ore. L’equivalente di un terzo della popolazione dell’isola, anzi delle due isole di Lampedusa e Linosa che, insieme, contano circa 6.300 abitanti.
L’emergenza sbarchi, negli ultimi giorni, ha il volto delle isole Pelagie, da sempre avamposto dell’Italia nel Mediterraneo. Il centro di accoglienza di contrada Imbriacola, tarato per un centinaio di persone o poco più, è stato riempito all’inverosimile nelle aree interne ed esterne. È cominciato subito il trasbordo dei migranti nelle navi quarantena e verso la terraferma. I primi due gruppi di migranti hanno lasciato l’isola ieri, oggi altri 250 stanno salendo sulla nave traghetto Sansovino, che collega l’isola a Porto Empedocle, 350 persone sono state imbarcate sulla nave quarantena e in serata è previsto lo spostamento di altre 350. A fine giornata sull’isola resteranno 600 o 700 persone.
Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, chiede con forza che il governo si occupi della questione che non è più un’emergenza. Martello è volato a Roma per un incontro, giovedì mattino, con la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese. «È importante, per noi, capire quale sia la strategia del governo. Non basta solo attendere gli sbarchi, far fronte all’emergenza, che ormai non è più tale. Non possiamo occuparci degli sbarchi. Il fenomeno è complesso: dobbiamo capire cosa sta succedendo in Africa, quali sono le emergenze in quel continente, cominciare a pensare a dei corridoi perché chi deve partire possa farlo in sicurezza e nella legalità».
Troppi morti in queste ultime settimane, centinaia di morti che quasi non fanno più notizia. I salvataggi non sono più coordinati, ma affidati alla buona volontà o agli interventi delle navi umanitarie, alcune delle quali, per il momento, sono ferme per motivi amministrativi w si trovano lontane dall’area nevralgica dei trasbordi.
Il centrodestra preme sull’acceleratore. Matteo Salvini della Lega ha chiesto un incontro al presidente del consiglio, Mario Draghi, e ribadisce che bisogna fermare gli sbarchi e che il governo deve pensare, con priorità, alle difficoltà degli italiani. Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia invoca un blocco navale.
Intanto, il governo pensa a una cabina di regia che coordini le operazioni di contrasto all’immigrazione clandestina e, al contempo, di accoglienza dei profughi. La ministra Lamorgese ha già programmato un incontro a Tunisi, dove si recherà il 20 maggio, insieme al commissario europeo Ylva Johansson.
La questione migrazioni è entrata anche nel “Question Time” del presidente del consiglio Mario Draghi, ieri, alla Camera dei Deputati. Era il primo question time dall’insediamento del nuovo premier. Draghi ha riferito sui fatti recenti di Lampedusa e sugli aumenti degli approdi, nei primi mesi del 2021, rispetto al 2020. Draghi ha spiegato che «gli sbarchi sono in aumento per la pandemia», analizzando anche la situazione politica africana, l’instabilità della Libia, anche dopo la formazione del nuovo governo e la sua «frammentazione interna».
Ed ha aggiunto: «Il Governo italiano è impegnato a promuovere le opportune iniziative bilaterali; a condurre un’azione da parte dell’Unione europea affinché le autorità libiche contrastino i traffici di armi e di esseri umani nel rispetto dei diritti umani».
Al contempo, si cercherà di rafforzare gli accordi europei per una redistribuzione dei migranti. Ma gli accordi fra gli Stati sono sempre stati uno degli anelli deboli delle politiche europee su questi temi. Il primo obiettivo immediato è che si individui un «meccanismo temporaneo di emergenza per il ricollocamento» e la redistribuzione dei migranti.
Nelle parole di Draghi c’è una netta posizione politica, rispetto al tema dell’accoglienza e della necessità di evitare che nessuno soccorra gli sventurati e che si lascino morire centinaia di persone, come accaduto di recente. Il premier non ha fatto riferimenti specifici, ma ha risposto alle richieste del centrodestra, ribadendo: «Di fronte a questa complessa e drammatica realtà politica, sull’ immigrazione il governo vuole seguire una politica equilibrata, efficace e umana. Nessuno sarà lasciato solo in acque territoriali italiane, il rispetto dei diritti umani è una componente fondamentale nella politica migratoria. Ora è prioritario il contenimento della pressione migratoria nei mesi estivi con una collaborazione più intensa da Libia e Tunisia nel controllo delle frontiere».
Al contempo si cercherà di accelerare sui rimpatri per evitare che rimanga per troppo tempo in Italia chi non ha diritto a rimanervi. «Una leva necessaria di governo dei flussi migratori è costituita, inoltre, dall’azione di rimpatrio dei migranti che non hanno titolo a rimanere sul nostro territorio, in mancanza dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale».