MidCat, il gasdotto che non c’era, ma ci sarà

Dopo il blocco, nel 2019, del progetto MidCat di collegamento fra i gasdotti spagnoli e francesi (e quindi anche europei), l’accordo di questi giorni fra Germania e Spagna sulle forniture di gas algerino e tramite navi gasiere riapre una porta che sembrava chiusa.
Impianto di rigassificazione di Enagas, il più grande impianto di GNL d'Europa, a Barcellona, Spagna. Foto AP/Emilio Morenatti, File

MidCat è l’acronimo più mediatico del momento, dopo l’ultimo incontro tra il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, martedì scorso. Del MidCat si è parlato mesi fa, all’inizio dell’invasione dell’Ucraina (oggi “invasione” è il termine più usato). Fin da quel momento si intravedeva già una possibile strategia restrittiva sul gas russo fornito all’Europa, e subito lo sguardo di quelli che se ne intendono di grandi infrastrutture si è fissato su un progetto che riposava nei cassetti da gennaio 2019. Cioè collegare la rete dei gasdotti della Spagna a quelli della Francia. Ora sembra che il nodo MidCat sia una possibilità diventata plausibile.

La storia del MidCat (acronimo che unisce le iniziali del Midi francese con la Catalunya spagnola), il nodo di distribuzione del gas che arriva principalmente dall’Algeria, risale alla fine del 2010, quando la compagnia spagnola Enagás ha iniziato le operazioni di costruzione del gasdotto, subito dopo interrotte perché la Francia non riteneva “strategico” il progetto. Nel corso degli ultimi 12 anni i governi conservatori in Spagna hanno cercato di convincere il governo francese della necessità di realizzare questo progetto per consolidare la rete infrastrutturale del gas di entrambi i Paesi (un collegamento di portata ridotta è già in funzione alla frontiera ovest franco-spagnola attraverso i Paesi Baschi). Così, nel 2015, il governo francese di François Hollande ha firmato, insieme ai governi spagnolo e portoghese, alla Banca europea per gli investimenti e alla Commissione europea, la Dichiarazione di Madrid, prospettando diverse infrastrutture di connessione energetica affinché la penisola iberica non fosse più una “isola energetica”. Un anno dopo, i promotori del progetto, Enagás e la compagnia francese Teréga, hanno modificato il progetto aggiungendo oltre mille chilometri di gasdotti per poter arrivare anche ad altri Paesi europei oltre la Francia. E a questo punto il MidCat è stato rinominato Step (South Transit East Pyrenees).

I grandi avversari di questo progetto sono sempre stati i gruppi ecologisti, da uno e dall’altro lato della frontiera, mostrando una forte opposizione alla promozione del gas, in tempi in cui le fonti de energia fossili dovrebbero diminuire gradualmente (e il gas è pur sempre una fonte fossile). Ed ebbero successo. Il 22 gennaio 2019 la Commissione nazionale spagnola per il mercato e la concorrenza e la Commissione francese per la Regolamentazione dell’energia hanno rilasciato una dichiarazione pubblica congiunta in cui annunciavano la comune decisione di non accettare la richiesta di investimento presentata sei mesi prima dalle società promotrici del progetto. Il fatto fu definito allora da alcuni come “un successo dei cittadini”.

Oggi tutto è cambiato. Il MidCat (o Step) è un chiaro esempio di come su un progetto convergano o si oppongano forze, gruppi di pressione, orientamenti politici, situazioni strategiche e storiche che cambiano. Scholz e Sánchez si dicono decisi a realizzare il progetto, e pure la Francia sembra ora favorirlo, finalmente. E anche Bruxelles. Vedremo però come va a finire. Oggi tutto cambia a grande velocità, e la prospettiva di restare a corto di energia è molto attuale.

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