Michael Franti & Spearheads

Certi dischi han dentro l’estate. Ma proprio per questo sanno conservarne il calore e la solarità anche nei mesi seguenti.
Michael Franti

Certi dischi han dentro l’estate. Ma proprio per questo sanno conservarne il calore e la solarità anche nei mesi seguenti. È il caso di questo delizioso The sound of sunshine firmato dal californiano Michael Franti e dalla sua storica band.

Gli italiani li hanno conosciuti meglio grazie a Jovanotti che ha duettato con Michael nel brano omonimo, uno dei tormentoni di questi ultimi mesi. Ma tutto il disco è un vero e proprio inno alla gioia di vivere. E dire che è stato concepito in un ospedale, durante l’improvvisa degenza del leader un paio d’anni fa.

 

The sound of sunshine è il settimo album di questo californiano dalla faccia “freakettona” e dal sorriso sghembo. «La musica – dichiara nel comunicato stampa – è un raggio di sole. Ha una chimica e una forza tale da poter cambiare istantaneamente il tuo stato d’animo. È qualcosa che non puoi tenere tra le mani, annusare, assaggiare e neanche vedere, eppure sentire queste piccole vibrazioni che ci solleticano i timpani riesce a tirarci su nei momenti più difficili». Il disco è stato realizzato in Giamaica sotto la guida di due istituzioni del reggae come Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, ma anche a Bali e San Francisco, e in giro per il mondo, durante il suo ultimo tour con John Mayer.

 

Canzoni ariose e piene d’ottimismo, un buon antidoto contro la cupezza che infetta questo decennio: «Ho rischiato di morire e durante la riabilitazione mi sono preso del tempo per capire cosa fosse veramente importante nella mia vita; alla fine ho scoperto che tutto è legato alle persone che amo. Anche in quell’ospedale ho avuto la fortuna di ridere e piangere con loro, ricominciando a cercare il sole».

Lontanissimi dal punk degli esordi o dall’hip hop del recente passato, questi sedici “pezzi facili” divertono e contagiano: ora sinuosamente reggaeggianti, ora più vicini a certo pop-folk molto californiano. Per sussurrare al mondo, ogni mattina, la voglia di ricominciare a vivere.

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