«Mia figlia è stata male dopo il vaccino»
È sbagliato liquidarli come una massa di pericolosi ignoranti, complottisti ed egoisti, come fa qualcuno. I cosiddetti “no vax” o “free vax“, migliaia di persone che continuano a manifestare in tutta Italia per dire no ai vaccini obbligatori imposti dal ministro Beatrice Lorenzin e dal governo Gentiloni, sono al contrario spesso professionisti o persone di cultura, che non riuscendo ad avere risposte sicure dal personale sanitario, hanno fatto ricerche per conoscere i possibili effetti collaterali dei sieri.
Certo, è un “popolo” variegato. C’è chi si oppone nettamente, chi chiede un confronto chiaro tra istituzioni e famiglie, chi chiede di affidare la decisione finale ai genitori. Dopo l’approvazione al Senato, con la riduzione da 12 a 10 dei vaccini obbligatori, senza i quali non si potrà essere ammessi a scuola, il testo sarà discusso il 26 luglio alla Camera. Per essere valido, il legge dovrà essere convertito in legge entro il 6 agosto, quindi le modifiche al testo approvato dai senatori potrebbero essere poche o nulle.
Accanto a chi partecipa ai cortei, c’è chi manifesta sul web la propria contrarietà. Come Tjuna Notarbartolo, scrittrice e giornalista, giurata del premio “Elsa Morante”, tra i fondatori della pagina Facebook “Libertà di vaccini”.
Notarbartolo, che cos’è “Libertà di vaccini”?
“Libertà di vaccini” è una pagina di informazione indipendente che punta a rendere pubbliche le ricerche scientifiche, i dati empirici, le strategie delle grandi multinazionali farmaceutiche, gli accordi politici che riguardano i vaccini.
Come nasce l’idea di una pagina su Facebook?
È nata da due esigenze molto precise. La prima è quella di portare ricerche e pareri medici ed esperienze personali di migliaia di famiglie alla luce del sole. I medici, anche quando riconoscono il danno da vaccino, hanno paura a certificarlo, perché vivono la costante minaccia di essere radiati. Questo mare d’informazione sommersa circolava soprattutto in gruppi chiusi, catene di genitori e medici timorosi di far venire fuori documentazioni nazionali ed internazionali. Così ho voluto creare uno strumento capace di raccogliere e rilanciare ciò che è, al momento, la verità più scomoda. Il secondo motivo per il quale, sentite le varie associazioni di settore, è stata necessaria la pagina “Libertà di vaccini” è il silenzio colpevole ed ipocrita dei media ufficiali sulla questione: un esempio su tutti sono le numerose manifestazioni che, ormai da più di un mese, vengono organizzate in Italia, con grandi numeri, relatori famosi, importantissime istanze di genitori preoccupatissimi, ma per i telegiornali e le grandi testate è come se non stesse succedendo nulla.
Lei è contro le vaccinazioni o a favore? E perché?
Certo che credo nei vaccini e sono per i vaccini: difficilmente troverai antivaccinisti convinti. Ma, come la maggior parte dei genitori, vorrei vaccini controllati, “puliti”, sicuri. Oggi, addizionati ai vaccini, troviamo: mercurio, alluminio, thimerosal, formaldeide, nanoparticelle d’acciaio, ecc. (sull’argomento leggi anche il parere dell’igienista, Elisabetta Franco, n. d. r.). Tutte sostanze neurotossiche, a maggior ragione quando vengono combinate nelle formule vaccinali polivalenti e iniettate indiscriminatamente in bambini piccolissimi, ai quali, tra l’altro, non viene fatto nessun esame preliminare. Per questo, ogni genitore dovrebbe essere libero di scegliere se, cosa e quando inoculare questi farmaci ai propri figli. Gli interessi delle case farmaceutiche sono enormi, non si può dire lo stesso della statura morale di molti politici che arrivano addirittura a negare il danno da vaccino. La triste verità è che questa vicenda, con quelli che tradizionalmente intendiamo come vaccini, c’entra proprio poco.
Qual è la sua fonte, per queste informazioni?
La fonte? Varie, ma quelle più a portata di mano sono proprio i bugiardini dei vaccini che vorrebbero rendere obbligatori. Su due c’è un triangolo nero e l’avvertenza che spiega che il medicinale è usato in via sperimentale e che le reazioni avverse non sono ancora riportabili. Su altri, come quello dell’esavalente ad esempio, si riportano (nel bugiardino americano, ndr), tra le reazioni avverse, autismo, asma cronica, crisi epilettiche… e c’è anche l’avvertenza che, se iniettato dopo i 36 mesi, diventa non sicuro, mentre il decreto imporrebbe di iniettarlo fino ai sei anni. Ma questo, quanti italiani lo sanno? Quanti si prendono la briga di leggere i bugiardini?
Quindi è il decreto che non la convince…
Io non sono contraria ai vaccini, ma al decreto. Mia figlia è vaccinata. Ha fatto ben due esavalenti. Solo che, al secondo richiamo, ha avuto una febbre altissima, occhi strabuzzati all’indietro, lingua che pendeva al lato della bocca. E ha smesso di parlare. Aveva sette mesi e sì, già parlava. Sono corsa all’Asl e ho parlato con i pediatri, che mi hanno detto, in un primo momento, che non era possibile. Poi, al mio ribadire ciò che stava accadendo, mi hanno risposto che sì, può succedere. Mia figlia, piano piano, attraverso cure di mesi, è tornata quella di prima. Però no, non può succedere una cosa così. Non può succedere in uno Stato di Diritto, che deve tutelare la salute degli individui e la libertà di scelta.
Per approfondire:
“Vaccini sì, vaccini no” sulla rivista Città Nuova di agosto
«Metalli nei vaccini? Non ci sono rischi»
Intervista al presidente della Fimp, Chiamenti: Un errore ridurre i vaccini obbligatori
«Vaccinazioni, bisogna educare le famiglie»
Il Friuli Venezia Giulia rimedia alle “false vaccinazioni”
Sulle vaccinazioni obbligatorie lavori ancora in corso
Abruzzo, varato un comitato per la vaccinazioni
Il Veneto contro il decreto vaccini