Mi stai ad ascoltare?
«Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non occorre ascoltare», osservava argutamente Enzo Biagi. Dal barbiere un sottofondo di suoni e di parole è trasmesso da una radio locale; dalla tv accesa in un bar una signora mette in piazza i suoi guai ad un mondo di persone indifferenti; la professoressa di greco si affanna sui versi di Erodoto mentre i ragazzi si scambiano sms; dietro i vetri della finestra di una casa di riposo un vecchio parla da solo; l'hostess illustra le norme di sicurezza dell'aereo a passeggeri incuranti; un ragazzo dallo sguardo perso, seduto alla stazione, farfuglia col suo cane che lo osserva altrettanto smarrito.
L'abbondanza di messaggi, immagini, suoni è riuscita a renderci impermeabili? Siamo ancora capaci di ascoltare? A volte si scrive perché nessuno ti ascolta: Facebook e i diari degli adolescenti lo confermano. Ascoltare è fatica: rispetto al sentire, l'ascoltare è un atto di volontà. Hai voglia a dire che, avendo due orecchie e una bocca, dovremmo ascoltare il doppio e parlare la metà. Avere qualcuno che ti ascolta è importante. Un essere umano non può tenersi dentro tutto. Quel che è accaduto va consegnato ad altri. Il passato, se rivelato, toglie peso, alleggerisce. Rivelarsi è aiutarsi e aiutare allo stesso tempo. È versare la memoria della propria vita, passarla ad altri come le tegole si passano l’acqua. Così, come una mano lava l’altra, confessarsi libera la coscienza, a chi offre il proprio presente o il proprio passato, e a chi lo riceve. Ascoltare bene è quasi rispondere. Ascoltare di certo significa compromettersi: con sé stessi e con gli altri. Di questo abbiamo paura?
Eppure quanto ci fa piacere trovare qualcuno che ci ascolta. Chi sa ascoltare non solo è simpatico a tutti, ma dopo un po' finisce con l'imparare qualcosa. Capita di dover tacere per poter essere ascoltati. L'incapacità dell'uomo di comunicare – dicono gli psicologi – è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto. Ascoltare è un'arte. E va appresa, ci si deve allenare. Ascoltare è sapersi fermare e sapersi far pervadere da ciò che si ascolta, diventando uno con esso, che provenga dall’interno o dall’esterno di noi.
Voltaire invitava a giudicare un uomo dalle sue domande più che dalle sue risposte. «Alle donne piacciono gli uomini taciturni. Credono che ascoltino», annotava lo scrittore Marcel Achard. Chi grida e si affanna per essere ascoltato è qualcuno che spesso non ha nulla da dire: anche se, stando ad ascoltare chi urla in politica, si può venire a sapere cosa pensa la maggioranza della gente. «Le anatre – spiegava l'industriale Henry Ford – depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece schiamazzano impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina».