Mi leggi una storia? (ovvero: stai con me?)
Per esempio una sera… Da bambina ho letto molto e ho goduto dei racconti che hanno popolato tranquille serate senza televisione, poiché il tutti a letto dopo carosello, voleva dire adesso vi leggo una storia…. Quando sono diventata mamma, è stato normale leggere o raccontare un po’ di tutto… da subito e soprattutto ovunque: prima di dormire, giocando insieme, con gli amichetti del quartiere, durante i frequenti viaggi in automobile, mangiando, combattendo l’influenza… Qualsiasi oggetto poi, in continuità con le letture, poteva trasformarsi in un personaggio parlante e animato di sentimenti più o meno buoni, pronto ad affrontare avventure e accadimenti, sobillando oscuri destini, comunque destinati poi a sera, a sfumare in un sonno pacificatore. Spesso però, lo ammetto, arrivava prima il mio abbandono nelle cosiddette braccia di Morfeo, dopo un’intensa giornata da mamma… e altro! Allora il racconto o il libro si facevano muti e continuavano le mie figlie la storia, mentre nel dormiveglia percepivo frasi del tipo: Piano, piano… altrimenti mamma si sveglia!. Il momento della sera! Magico e intrigante, attimo del raccontarsi, capace di convogliare il vissuto di una giornata, con le sue piccole scoperte, le delusioni e le battaglie. Capace di rendere così vero il perdono, se necessario, e la possibilità di ricominciare, liberi da zavorre inutili. Esperienza preziosa per la serenità dei piccoli! Diventa però anche il momento della lettura, che poi si perpetua da adulti: chi non ha sul comodino un libro? Magari anche un giornale a fu- metti? E quanti vorrebbero avere la possibilità di dedicare più tempo alla lettura serale, spento il televisore, il cellulare e le voci di casa? Per esempio per i bambini la lettura serale (o il raccontare) dell’adulto e poi personale è un cerimoniale graditissimo: l’importante è cominciare, cominciare presto, da piccolissimi, ad entusiasmarli alla presenza di queste piccole miniere di vita, che fra l’altro oggi hanno formati e presentazioni adeguate all’età, ricche di stimoli artistici e creativi. Contagio (e coerenza!) Naturalmente meglio se, fatti un po’ più grandicelli, scuola dell’infanzia per intenderci, il nostro entusiasmo- adulto si rende esplicito e contagioso: Sto leggendo un libro davvero piacevole. Mettiamo in ordine i libri che piacciono tanto a mamma e papà. Aspetta ora vengo, stavo leggendo e… guarda qui, cosa combina il protagonista di questo libro!. Oh, scusa non ti avevo sentito: ero tutta intenta alla lettura del nuovo libro di…. Pronto, ciao zio, ora ti chiamo la mamma… No non disturbi, stavamo tutti leggendo i nostri libri. Sì, anch’io… è vero che non so ancora leggere, ma io leggo le figure e sono bravissima! . Fino a sforare nel: Gigino, vieni a preparare la tavola!. Non posso, sto leggendo un libro interessantissimo, chiama Lauretta, che sta guardando delle stupidaggini alla tv!. È possibile seminare la casa di libri, illustrati e no, per grandi e piccini. Un appartamento dove si vive, si cresce, ma dove anche le mura respirano storie e racconti, favole e avventure, di cui l’immaginazione bambina (e non solo!) crea gli scenari, gli effetti sonori e i colori! Quattro buone ragioni per leggere un libro a tuo figlio Ed ecco che una sera (ma anche un pomeriggio o una notte insonne) il piccolo di casa chiede: Mi leggi una storia?. Domanda che suscita le reazioni più disparate: Santo cielo, proprio adesso che devo uscire!; oppure: Meraviglioso, mio figlio si sta appassionando alla lettura!; o ancora: Accidenti, non mi va proprio di leggere, non sono bravo a drammatizzare, come fa la mamma…. Bene, dietro a quella domanda, come spesso ricordo negli incontri con i genitori, c’è altro, c’è un messaggio di grande valenza affettiva ed educativa. Il bambino, in fondo, sta chiedendo: Stai con me? Ho bisogno di te (non da piccolo despota, naturalmente!). Condividi la mia sete di amicizia, di conoscenza del mondo e di come funzionano le cose, i miei timori inespressi, il mio divertimento, la mia voglia di viaggiare con la fantasia, con il cuore… Accompagnami a conoscere i miei sentimenti, aiutami ad esprimerli intanto a te, che sei la mia base sicura, il mio faro…. Tale è la lettura nella faretra greve degli educatori di quest’era complessa e ricchissima di idee e mezzi: leggere educando, educare leggendo. Allora l’ascolto della lettura di libri incantati e poi la lettura in prima persona, si fa riflessione e condivisione. Tenerissima l’esperienza di vedere nostro figlio immedesimarsi in alcuni personaggi, scoprire come essi vivano i suoi stessi sentimenti (proprio come me) e come anche i protagonisti, bambini o animaletti che siano, li possano esprimere o trovino le soluzioni ai loro (e suoi) piccoli-grandi problemi. E tutto avviene lì, sulla carta, dove quegli entusiasmi si possono rivedere, rielaborare, sezionare, perché i libri non durano il tempo di una percezione, ma si possono riprendere in mano, riordinare in biblioteca, accantonare (perché no? ci sono anche dei libri noiosi o brutti), rileggere sbagliando nomi e passaggi (loro ci correggono volentieri, divertendosi), si possono scambiare, prestare, regalare… Ma che faccia avrà l’autore? Sarà possibile conoscere i tanti non detto della fanciullezza che attraversa le nostre famiglie con il profumo del futuro, di cui avranno fatto parte anche loro, i libri, anzi quei titoli, quegli autori, di cui anche noi talvolta immaginiamo la figura, come fanno i bambini: Chissà che faccia ha questo scrittore e dove abita e dove ha preso spunto per questa storia e perché ha scritto proprio questa cosa, forse sarà capitata a lui…e do- ve preferisce scrivere? userà il computer?… ma avrà un cane? o forse preferirà i gattini…e chissà se tiene al milan e magari gioca a calcetto come me…forse anche a lui piacciono i Blue, no, forse gli piacciono i Beatles e Bob Dylan come al mio papà… magari a scuola anche lui aveva qualche problema con la matematica… forse anche lui va matto per la storia… e se non sapesse disegnare i cavalli come so fare io… potrei insegnarglielo, se lo conoscessi!. Insomma, dietro ad ogni libro, ad ogni personaggio, alla fine c’è un grande che ha pensato a me, lettore, che io immagino autorevole, ma simpaticissimo, non serioso, saccente o pedante, e ha voluto dirmi alcune cose, che in parte sono esplicite ed altre invece sono da comprendere. Certo così sarà un’ulteriore occasione per i nostri bambini per procedere nella conoscenza e nei processi mentali, anche più complessi. Un esercizio, che, ci dispiace, ma la tv non ci assicura sempre con quella qualità e quei ritmi intellettivi. I colori del mondo Un bel giorno ho deciso che qualche storia, di quelle che raccontavo alle mie bambine, poteva essere condivisa con altri genitori e con altri bambini: così sono nate le storie che scrivo. L’editrice Città Nuova poi mi ha ospitato sul periodico e pubblicando tre opere per i bambini accanto ad altre di autori molto noti, ne I colori del mondo, il settore editoriale per ragazzi, che vale la pena conoscere e sfogliare. Di questa realtà mi hanno entusiasmato alcune scelte in particolare. Sopra tutte una grande attenzione alla veste grafica e alle illustrazioni, perché, dico sempre anche ai bambini, si dovrebbe diffidare del libro che non si presenta con la qualità, le cui immagini non sono curate e l’illustratore è stato emarginato, quasi che il libro non sia un’opera a quattro, sei… dieci mani! Vale la pena conoscere alcuni personaggi di questi volumi pluripremiati e apprezzati dalla critica, ma soprattutto dai bambini che li amano e ne riconoscono anche i messaggi più profondi: basta vederli negli incontri con gli autori. Ed ecco i fortissimi lettori viaggiare per i continenti con le colorate storie dal mondo e le proposte-gioco, o sognare in un’incantevole opera multiculturale o svelare, con un’avvincente narrazione e perizia sorprendente, i segreti artistici di opere d’arte da ricostruire di Rembrandt e De Chirico… O imbattersi in curatissimi testi teatrali e in avventure scanzonate di un Cappuccetto Rosso capobanda o nella tenerissima storia del pagliaccio Piero nel Circo Stella, oltre che in quelle della strega-fata Uffabaruffa e del cucciolo Nik! E poi via… tuffarsi nella sorpresa di Ma che razza di razza è? dove bimbo con mamma! poeticamente, risolve tutte le domande- bambine sulle differenze razziali (vi giuro, simpaticamente, avrei voluto scriverlo io!)… Ancora: mucche volanti, piccoli mostri complici di successi, uccellini coraggiosi, giganti golosi in difesa dell’ambiente, venditori di sorrisi, filastrocche intriganti, giocatori di calcio in erba e appassionati, tutti si danno da fare per incontrare questi nostri bambini e per dare a loro in mano un nuovo formato di telecomando: clicca, sfoglia e sveglia la tua mente e il tuo cuore! Leggeteglielo e basta! Se poi, arrivati alla fine della prima classe della scuola primaria, o anche più in là, vi chiedono Mi leggi un libro?, non azzardatevi a pontificare: Beh, adesso sai leggere da solo, mi stupisco che tu mi chieda una cosa simile ecc… fai da te! Leggeteglielo e basta, dategli questa consolazione, fino a quando vi proporrà: Beh, adesso leggo per conto mio, grazie! perché la sua domanda era un’altra: stai con me, accompagnami, perché ho un desiderio, aiutami a capire perché so che devo imparare a camminare da solo! E se per caso, crescendo un po’, smettesse di leggere (…e pensare che leggeva tanto da piccolo!) lasciategli tempo, rispettate questa fase, quasi sempre normale, stategli vicino (non troppo!), ascoltatelo con molta attenzione, interessatevi a lui, stringete vostro figlio in un abbraccio qualche volta. Forse non ha più l’età per chiedervi: mi leggi una storia?