Mezzo secolo in cammino per l’Ecumenismo

I cinquant'anni dal Vaticano II e i passi compiuti nel dialogo con le altre Chiese raccontati da Viviana De Marco in un libro per Città Nuova che Maurizio Schoepfljn ha recensito per Avvenire il 27 gennaio
Concilio Vaticano II
Quando si è aperta nel 1962 la prima sessione del Concilio Vaticano II era davvero difficile il sol immaginare i frutti che sarebbero arrivati. Ad oggi, a cinquant'anni da quell'avvenimento, un libro edito da Città Nuova cerca di tracciare il percorso storico che il dialogo fra cristiani delle diverse confessioni ha raggiunto.  È "L’ecumenismo dal Concilio Vaticano a oggi" della studiosa Viviana De Marco recensito per  Avvenire da Maurizio Schoepfljn.

 

«Come si legge all’inizio del Decreto dedicato al tema dell’ecumenismo, i padri conciliari considerarono "il ristabilimento dell’unità fra tutti i cristiani" come "uno dei principali scopi del Sacro Concilio Ecumenico Vaticano 11". Dalla pubblicazione di tale Decreto, che reca la data del 21 novembre 1964, è trascorso quasi mezzo secolo e non’è dubbio che la questione ecumenica sia rimasta viva e abbia conosciuto sviluppi interessanti e significativi.

 

 «Una rapida sintesi panoramica del percorso compiuto ci viene offerta da Viviana De Marco, docente dell’Istituto teologico marchigiano, in questo suo agile volumetto, che si apre con un capitolo incentrato sulle vicende del movimento ecumenico antecedenti la celebrazione del Vaticano II e si conclude con la descrizione dei risultati ottenuti, l’indicazione delle problematiche aperte e la riflessione sulle sfide che ci attendono lungo la strada che conduce verso quell’unità alla quale ci chiama lo stesso Padre celeste, come ebbe a dire Benedetto XVI in occasione del suo viaggio a Cipro nel giugno del 2006.

 

 «Dopo aver brevemente analizzato i testi conciliari e le prime scelte operative collegate con la loro attuazione, l’autrice si sofferma in particolare  sull’insegnamento di Giovanni Paolo Il relativo all’ecumenismo, il cui vertice è rappresentato dall’enciclica Ut unum sint (1995), nella quale — scrive la De Marco — "si delinea una nuova prospettiva ecclesiologica a partire dall’unità", come emerge dalle seguenti espressioni contenute nel grande documento  wojtyliano: "L’unità che il Signore ha dato alla sua Chiesa e nella  quale vuole abbracciare tutti non è un accessorio, ma sta al centro della sua opera … Dio vuole la Chiesa perché vuole l’unità e nell’unità si esprime tutta la profondità della sua agape".

 

«L’autrice prende in opportuna considerazione anche i contributi che all’ecumenismo sono giunti dai dialoghi intercorsi tra varie qualificate rappresentanze delle diverse Chiese e dall’azione di alcuni movimenti ecclesiali che si sono dimostrati particolarmente sensibili nei confronti delle esigenze ecumeniche. L’unità è un dono di Dio, ricorda infine la De Marco, e il modo più efficace per impetrare tale dono è realizzare una convinta adesione a Cristo. Ha affermato Benedetto XVI: "La forma migliore di ecumenismo consiste nel vivere secondo il Vangelo"»

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