Mezzo milione di giovani accolgono il papa Lisbona

Si è tenuta nel tardo pomeriggio di giovedì 3 agosto la Cerimonia di Accoglienza, che ha dato il via al fine settimana con il pontefice alla Giornata Mondiale della Gioventù. Nel suo intervento, Bergoglio ha esortato a ricordare che ciascuno di noi è chiamato per nome
I giovani e il papa a Lisbona nell'evento di accoglienza (foto Luigi Laguaragnella)

Parque Eduardo VII è baciato dal sole che illumina le bandiere al vento. “La juventud del papa” proveniente dai diversi angoli del pianeta accoglie con l’intramontabile entusiasmo papa Francesco, che aveva sollecitato il “simpatico chiasso” della Gmg.

500 mila giovani riempiono la piazza della capitale lusitana. Un fiume traboccante di gioia ritrovata, mancata a lungo. Questi colori, sorrisi e abbracci danno speranza al mondo nonostante tutti i suoi traumi. Nel “parque” pare non ci sia più posto, invece quella della Gmg è una vera e propria chiamata della Chiesa, in cui «c’è spazio per tutti – per tutti! – nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti», esorta Bergoglio. Che non reputa solo “folla” quel parco, ma volti, storie, futuro: «Lui vi ha chiamati per nome. Provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome».

Dalla papamobile, il Pontefice non rinuncia a stare in piedi per benedire e salutare i pellegrini, prima dell’arrivo sul palco animato dalle coreografie colorate per introdurre la croce della Gmg e l’icona della Madonna Salus Populi Romani.

Assiepati in piazza non ci sono solo volti, semplici puntini di una folla che vive un evento in cui «il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni – vediamo tante bandiere – che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso. Questo è il punto di partenza della Gmg, ma soprattutto della vita».

Le parole di Francesco sono un monito a prendere le distanza dal virtuale, dagli inganni e dalle illusioni, definite bolle di sapone che non fanno apprezzare il dono che ognuno rappresenta con la propria unicità: «Vi invito a pensare a questa cosa tanto bella: che Dio ci ama, Dio ci ama come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo: come siamo. Ci ama con i difetti che abbiamo, con le limitazioni che abbiamo e con la voglia che abbiamo di andare avanti nella vita. Dio ci chiama così: abbiate fiducia perché Dio è padre, ed è un padre che ci ama, un padre che ci vuole bene. Questo non è molto facile, e per questo abbiamo un grande aiuto nella Madre del Signore: è anche nostra Madre» dice il papa.

L’amore accogliente di Dio si ripercuote in tutti gli incontri pieni di stupore tra i midaouro di Lisbona. Si può ben confermare: è tornata la Gmg e al mondo intero, troppo inaridito da drammi, serve questo fiume di gioia, che si spera possa nutrire i giovani e le sfide globali richiamate spesso da papa Francesco.

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