Metropolis
Scritto da Otomo, il regista di Akira, Metropolis è una storia di fantascienza ambientata nella città omonima, dove i robot hanno soppiantato quasi completamente il lavoro umano e sono oggetto del risentimento della parte più povera della popolazione che vede nelle macchine la causa di tutti i loro guai. A contendersi il potere c’è il capo del governo della città, il potente Duca Red, capo del Murdock, influente partito anti- robot e i rivoluzionari che vivono nei sotterranei della città. In realtà il Duca ha in mente di utilizzare un super robot dal cuore umano per prendere il controllo di tutte le macchine del pianeta, ma un buffo investigatore giapponese e il suo giovanissimo nipote sconvolgeranno i suoi piani. Straripante di riferimenti al genere (dall’omonimo capolavoro di Lang a Blade Runner, passando per Flash Gordon, 2001 Odissea nello spazio e A.I.), Metropolis è un film visivamente sorprendente, in cui le splendide architetture futuristiche della città si ispirano decisamente all’art decò, così come i costumi e – idea geniale questa – la colonna sonora, tutta giocata su musiche swing degli anni Trenta. La sceneggiatura di Otomo riesce a dosare ottimamente le varie componenti del film, passando dall’azione pura a momenti più evocativi, dai quali scaturiscono riflessioni niente affatto banali su questioni sociali ma anche filosofiche. In questo contesto, trovano ampio spazio tutti i principali temi di fondo della fantascienza giapponese, in particolare quello del rapporto tra uomini e robot, dove questi ultimi sono rappresentati come più che delle semplice macchine. Nel 1988, con l’uscita di Akira, il cinema di animazione giapponese si affermò definitivamente sulla ribalta cinematografica mondiale. Metropolis, quattordici anni dopo, conferma che la scuola giapponese è in ottima salute. Regia di Rintaro.