Meta ad Assisi per il Giro di Handbike
Una di quelle manifestazioni da ricordare già solo per il fatto di esistere e porre serie domande sul senso del limite, delle motivazioni e delle capacità soggettive che lo sport sa valorizzare: parliamo della finalissima della decima edizione del Giro di Handbike, conclusasi la scorsa domenica 29 settembre nella città di Assisi, con partenza e arrivo nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Più di 100 gli handbikers sulla linea di partenza, lanciati da uno starter d’eccezione: Mario Valentini, ct della nazionale ciclisti paralimpici, in compagnia di una nutrita rappresentanza della giunta comunale locale, che ha portato i saluti a nome di tutta la comunità ospitante. Non è sfuggita neanche la presenza, nel numeroso e festoso pubblico, di tre atleti che hanno fatto la storia del ciclismo italiano: Gian Battista Baronchelli, Franco Balmamion e Marino Vigna, i quali hanno apprezzato lo spirito agonistico degli handbikers, non perdendo occasione per auspicare una sempre più crescente attenzione allo sport come metodo di inclusione sociale.
La gara
È stata dominata da un quartetto di testa, provando le capacità degli atleti per oltre un’ora su un circuito da sette giri di circa 6 chilometri ciascuno, caratterizzati dalle dolcissime curve panoramiche della campagna assisana, patrimonio dell’Unesco, tra filari d’uva e una vista unica sulla suggestiva Assisi. A tagliare il traguardo per primo, per la cronaca, il montemurlese Christian Giagnoni, dopo sette giri percorsi in un’ora, nove minuti e 28 secondi: per il quarto anno consecutivo, è lui ad aggiudicarsi il trofeo assoluto del Giro Handbike, un cristallo di particolare bellezza e valore, essendo un’opera unica del maestro Lorenzo Tirelli. Grande, ovviamente, la soddisfazione del comitato organizzatore del GHB e del comitato locale, coordinato da Orlando Ranucci, della U.C. Petrignano, e da Marco Gorietti, rappresentante della Federazione ciclistica umbra per il settore handbike.
I premiati
Particolarmente toccante, evidentemente, la festa delle premiazioni che ha consolidato i successi di tutti i #campionidivita e dei loro team: A.D.S. Cooperatori e Active Team La Leonessa si aggiudicano il premio EATON “Insieme per vincere”, per progetti riguardanti i giovani atleti Luca Minghetti, Mirko Testa e Angelica Battagliola. Vince la maglia rossa Da Moreno, come fast team, la Anmil Sport Italia, mentre la Maglia Bianca Startuptree è andata sulle spalle del giovane atleta più veloce: Chagas Da Conceicao Maicon (MH4). La Maglia nera PMP è andata a Visciglia Claudio (MH2), mentre si sono aggiudicati la maglia rosa Teleflex Andrea Conti, (MH1), Omar Rizzato (MH2), Alessandro Moscatello (MH3), Christian Giagnoni (MH4), Fabrizio Bove (MH5) e Alberto Glisoni (MHO). Per le categorie femminili premiate Natalia Beliaeva (WH1), Roberta Amadeo (WH2), Francesca Porcellato (WH3), Gilulia Ruffato (WH4) e Katia Aere (WH5). “La grande famiglia del GHB – ha commentato il Presidente del C.O., Fabio Pennella, – conclusa in bellezza sulle strade di San Francesco, nella cornice speciale della città di Assisi la decima edizione, è già all’opera per la undicesima edizione targata 2020”.
L’icona esemplare
Una nota particolare, senza nulla togliere a tutti gli esemplari partecipanti, vorremmo dedicarla a Roberta Amadeo da Cermenate (CO): maglia rosa ad Assisi nella sua categoria (Wh2) ma già clamorosamente sugli scudi per i costanti allenamenti e una partecipazione che a 49 anni farebbe invidia a qualunque atleta pluridecorato. La sua disabilità deriva dalla Sclerosi Multipla, malattia che in Italia coinvolge più di 122 mila persone e che tra le sue caratteristiche non percettibili all’esterno ha anche quella di produrre spossatezza e fatica in qualsiasi genere di attività quotidiana, professionale o sportiva che sia. Pensare che la Amadeo le svolga tutte, e alla grande, porta un messaggio di forza vitale prorompente: è architetto, Presidente della sezione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla di Como ed è anche duplice medaglia d’oro (Crono e Wh2) ai recentissimi mondiali di Handbike ad Emmen, in Olanda. Il suo motto? “Il limite è il punto di partenza per me”. Aggiungere altro, sarebbe probabilmente retorica, ma ci sia concesso un intenso “Grazie infinte, Roberta”.