Messaggi dagli Usa

L'ottimo fantasy visionario Wonder Woman e la commedia dei bagnini  Baywatch

Per chi ancora creda (ma ci sono?) che i blockbuster e le commedie scanzonate di fabbrica americana siano divagazioni spettacolari e leggere fatte per teen-agers o adulti appassionati di effetti speciali, consiglierei di vedere con occhiali meno ingenui del solito il fantasy visionario Wonder Woman e la commedia dei bagnini  Baywatch. A riprova che Hollywood non produce nulla che non sia studiato nei minimi dettagli e che non lasci passare, sotto il lusso della confezione, determinati messaggi.

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Wonder Woman, l’eroina portata sullo schermo 75 anni fa da Patty Jenkis, è rinata e dal suo paradiso di Palinuro dove vive con le Amazzoni , grazie all’incontro con un  soldato inglese in fuga dai tedeschi (una gradevole spia, cioè Chris Pine) viene precipitata in pieno primo conflitto mondiale. Dove cercherà il nemico numero uno, Ares il dio  della guerra. Personificato dai cattivissimi  strateghi del male (una dottoressa, un generale eccetera), ovvio, tedeschi. L’eroina dovrà accorgersi che il libero arbitrio esiste e che dentro l’uomo il bene e il male sono in lotta eterna. Sarà l’amore allora a salvare l’uomo dall’autodistruzione? Zeppo di effetti speciali, per nulla banale, miscelando tranquillamente mitologia greca, profezie, apocalissi e thriller, ossia i generi, il film della super-donna (Gal Gadot quanto mai atletica),  libera, pulita e determinata ha le carte in regola per uno spettacolo di classe, e lo è. Ma i messaggi sublimali che affiorano in frasi sentenziose (un mix di saggezza antica new age pacifismo eccetera) non sono così ingenui, perchè entrano nella mente dello spettatore , mentre gli occhi si perdono dietro le acrobazie delle Amazzoni, nelle esplosioni delle guerre e nella fotografia di un mondo isolato meraviglioso, quello delle Amazzoni (senza uomini: un inno al femminismo più libero?) Ricordate il messia dell’Uomo d’acciaio venuto da un pianeta extraterrestre a salvare il mondo? Lì c’era un redentore, qui una redentrice: politicamente corretto. Che non sia l’homo americanus (maschio e/o femmina) il Messia per noi oggi? Chissà, vedremo il sequel.

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Meno fantasy e tanta tanta azione oceanica in Baywatch ove il superpalestrato  Dwayne Douyglas Jonhson è Mitch, il mitico re dei bagnini che si trova un ex campione di nuoto, lo sfaticato Zac Efron. Ovviamente circondati da una schiera di bellezze mozzafiato. Scaltro, con allusioni sessuali costanti per gli adolescenti che si divertiranno moltissimo, il film vede poi anche un poliziotto svogliato, una perfida donna che vuol comprare la baia con ogni mezzo, la corruzione, e i due bagnini da nemici diventati amici a sgominare la banda, come fossero due 0007.  Della serie, ormai infinita: la polizia non sa fare nulla, gestiamo noi la giustizia, oltrepassando le regole. Così, ridendo, scherzando, ammiccando, la società andrà meglio e il divertimento, la natura incontaminata saranno salvi dai cattivi.

 

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