«Merkelare», la cancelliera diventa un verbo

Un sondaggio rivolto ai giovani, promosso dalla casa editrice Langenscheidt, specializzata in dizionari, per selezionare la «parola del 2015», vede in testa alla classifica il verbo «merkeln» che, con il 35 per cento di preferenze ottenute, sbaraglia gli altri 29 neologismi in lizza
Merkel

I tedeschi potrebbero avere presto nel vocabolario una cancelliera tutta da coniugare: io merkelo, tu merkeli, egli merkela… A decretarlo sarà l’esito del sondaggio rivolto ai giovani, promosso dalla casa editrice Langenscheidt, specializzata in dizionari, per selezionare la «parola del 2015». Il verdetto, sebbene sia atteso per fine ottobre, appare già scontato. In testa alla classifica c’è il verbo «merkeln» che, con il 35 per cento di preferenze ottenute, sbaraglia gli altri 29 neologismi in lizza.

 

Ma per la cancelliera non è un risultato di cui andare fiera. «Merkelare» vorrebbe dire, infatti, “non decidere”, “non agire”, in una parola “tergiversare”, significati che danno la misura di come sia percepita la politica di Angela Merkel da parte della gioventù tedesca.

 

Verbi del genere, ricavati dal nome di personaggi illustri, non sono una novità. In passato si è avuto, per esempio, «cesareggiare» o il francese «napoléoner», mentre in tempi più recenti ha fatto capolino nel linguaggio mediatico «berlusconare» e «bertinottare» (Berlusconare o bertinottare, ecco il dilemma, «La Stampa», 23 novembre 2005), ma in tutti i casi si è trattato di un’invenzione effimera rimasta sconosciuta ai repertori lessicali. Una vera novità sarebbe, invece, l’ingresso di «merkelare» nel vocabolario, già dato per acquisito da alcuni giornali (Le néologisme «Merkeler» entre dans le dictionnaire, «24heures.ch», 1 settembre 2015). In realtà, l’unica certezza che si possa avere al momento è che i neologismi più votati dal pubblico nel sondaggio saranno inclusi nell’e-book annuale 100 per cento linguaggio giovanile.

 

Nel frattempo, il quotidiano francese «Le Figaro» ha raccolto la reazione della diretta interessata. Scrive Nicolas Barotte, nell’edizione del 31 agosto, che «in occasione della sua conferenza di fine estate, Angela Merkel ha infine potuto dire ciò che pensava del suo ingresso nel vocabolario: ne ha preso atto “senza emozione”, ha commentato. “Cerco di fare il mio dovere”, ha aggiunto. In breve, non ha reagito né bene né male. Ha merkelato».

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