Merano, arriva il bus elettrico senza autista

Lo shuttle è distribuito in 25 Paesi. In Svizzera è già integrato nel sistema del trasporto urbano. Il progetto "Mentor" è finanziato con 1,5 milioni di euro dal programma di cooperazione europea
Merano shuttle electronic

Non è la prima volta che si sente parlare nel nostro Paese di autobus pubblici completamente elettrici. Quando ero bambino (anni ‘90), nella mia isola di Ischia già circolavano due autobus elettrici. Li chiamavamo pollicini perché erano piccoli e potevano contenere non più di 15 persone. Quei modelli di autobus però avevano un problema legato all’autonomie delle batterie: dopo un paio d’ore erano già fuori uso. Inoltre bastavano un paio di corse a pieno carico che subito bisognava andare a ricaricare le batterie.

Oggi con il progresso della tecnologia le cose sono cambiate e tra le prime sperimentazioni operative, in Italia, si segnala quello du un anno fa a Firenze dove un bus elettrico della lunghezza di 12 metri ha attraversato lo splendido capoluogo toscano.

A Merano invece c’è stato il primo test in Italia di un bus completamente elettrico ma senza conducente. Nel centro storico infatti circola un bus shuttle “100% elettrico” e “100% autonomo”, come recitano le scritte sulle fiancate, per il trasporto di passeggeri.

Il famoso pollicino che circolava ad Ischia negli anni ‘90 – quindici posti in totale, undici a sedere e quattro in piedi – ora è in strada con la nuova tecnologia ma niente volante per l’autista che non c’è.

Grazie all’intelligenza artificiale assistita da diciassette satelliti e da un’efficace e abbondante dotazione di sensori e telecamere, il piccolo mezzo elettrico a guida autonoma, prodotto dall’azienda francese Navya, è in grado di leggere il percorso ed “accorgersi” della presenza di ostacoli improvvisi e non previsti.

Questo test è la punta di un progetto chiamato “Mentor”, finanziato con 1,5 milioni di euro dal programma di cooperazione europea Interreg V/A Italia-Svizzera dove figurano come capofila i comuni di Merano e Briga-Glis, in Svizzera.

«Le nuove tecnologie per la mobilità esistono e sono sicure – sostiene Roberto Maldacea di ‘I mobility garage‘, importatore di Navya – Questo shuttle è distribuito in 25 Paesi, in alcuni viene testato, in altri, come la Svizzera, è già integrato nel sistema del trasporto urbano. In Europa mancano solo Italia, Portogallo, Grecia ed Albania. Nell’ultimo anno, con questo veicolo sono stati percorsi un milione e mezzo di chilometri e trasportate 500 mila persone. Il veicolo è programmato per rispettare le regole del traffico, conoscendo in anticipo che una zona è a potenziale pericolo, per la presenza, ad esempio di una scuola. Nel test di Merano non supera i 25 km l’ora e, poi – aggiunge – il veicolo non si distrae, non parla al cellulare, non chatta e non saluta gli amici che vede per la strada».

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons