Memoria e profezia di una fiaccolata
Una serata del tutto speciale quella di giovedì sera a piazza San Pietro. Attirate dall'iniziativa ''La Chiesa bella del Concilio'', promossa dall'Azione cattolica con la Diocesi di Roma, persone diverse per età, origine, appartenenze (anche la varietà di vestiti lo dicevano), rappresentanti delle istituzioni e gente comune. Tutti a rivivere quella memorabile fiaccolata che "incendiò" la stessa piazza cinquant'anni fa, proprio la sera di apertura del Concilio ecumenico vaticano II.
Allora c'era, dicono i testimoni, grande entusiasmo e certezza che dal Concilio sarebbe venuta una "nuova primavera per la Chiesa". L'altra sera nei presenti si leggeva consapevolezza, partecipazione ma non minore speranza. La fiaccolata era partita alle ore 19.30 da Castel Sant'Angelo. Raggiunta piazza San Pietro, diversi gli interventi, tra cui quello del cardinale
Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, del presidente nazionale dell'Azione cattolica Miano, altre testimonianze, momenti di preghiera.
Seguitisssimo il documento video di quella sera con il saluto intramontabile di papa Giovanni XXIII. Non si è trattato solo di "fare memoria". Quella storia lunga cinquant'anni ieri sera si poteva "toccare". Una storia che la partecipazione e la fede di quelle migliaia di persone hann reso presente, tangibile. Lo sguardo di tutti, anche ieri, era puntato sul balcone illuminato dell'appartamento pontificio. Si attendeva alle 21 un saluto del Papa e ci si chiedeva, senza forse formularsi domande, cosa avrebbe potuto dire, oggi.
Anche questa volta però le sue parole hanno espresso ciò che di più intimo, e forse inconsapevole, si raccoglieva nel cuore di tutti. Da qui quella vibrazione particolare, quel quasi fremito che ha attraversato la piazza nell'ascoltarlo. Da qui quel salutarlo con gratitudine, uniti da quella "gioia sobria, gioia umile" da lui descritta. Da qui la speranza certa per quei "carismi di bontà e di carità che illuminano il mondo". Anche oggi, davvero, profezia.
Riportiamo il saluto integrale del Papa:
"Cinquant'anni fa in questo giorno anche io sono stato qui in piazza con lo sguardo verso questa finestra dove s'è affacciato il buon Papa, il beato papa Giovanni, e ha parlato a noi con parole indimenticabili, parole piene di poesia, di bontà, parole del cuore. Eravamo felici, direi pieni di entusiasmo. Il grande Concilio ecumenico era inaugurato, eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa, una nuova Pentecoste, una nuova presenza forte della Grazia liberatrice del Vangelo. Anche oggi siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse più sobria, una gioia umile.
In questi 50 anni abbiamo imparato ed esperito che il peccato originale esiste e si traduce sempre di nuovo in peccati personali che possono anche divenire strutture del peccato. Abbiamo visto che nel campo del Signore c'è sempre anche la zizzania. Abbiamo visto che nella rete di Pietro si trovano anche i pesci cattivi. Abbiamo visto che la fragilità umana è presente anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con il vento contrario, con tempeste che minacciano la nave. E qualche volta abbiamo pensato: il Signore dov'è, ci ha dimenticato! Questa è una parte delle esperienze fatte in questi 50 anni.
Ma abbiamo avuto anche la nuova esperienza della presenza del Signore, della sua bontà della sua forza. Il fuoco dello Spirito Santo, il fuoco di Cristo, non è fuoco divoratore, distruttivo, è un fuoco silenzioso, è una piccola fiamma di bontà, di bontà e di verità che trasforma, da luce e calore. Abbiamo visto: il Signore non ci dimentica, anche oggi il suo modo umile, ilSignore è presente e da calore ai cuori, mostra vita, crea carismi di bontà e di carità che illuminano il mondo e sono per noi garanzia della bontà di Dio. Sì, Cristo vive, è con noi anche oggi e possiamo essere felici anche oggi perchè la sua bontà non si spegne è forte anche oggi.
Alla fine oso fare mie le parole indimenticabili di Papa Giovanni. Andate a casa date un bacio ai bambini e dite che è del Papa. In questo, di tutto il cuore imparto…la mia benedizione".