«Meglio di quanto potevamo immaginare»

Sono le parole pronunciate da Donald Trump, uscendo dopo due incontri con Kim Jong- un. Il presidente Usa ha concluso: «Ora andiamo per la firma dell’accordo»    
EPA-EFE / KEVIN LIM /

Ebbene sì: oggi qualcosa d’importante è successo a Singapore, un evento importante di pace tra  due nazioni, fino a ieri nemiche. Non dovrebbe più esserci una bomba atomica nord-coreana pronta ad esplodere.

Trump, da più parti criticato per il suo modo di fare (basti vedere il Summit G7 appena concluso e quanto detto al premier canadese Justin Trudeau), sembra che sia riuscito in quello che molti politici americani avevano fallito: iniziare un processo di pace concreto con la Corea del Nord, far sedere al tavolo di pace il leader che aveva seminato terrore in Asia e nel mondo intero fino a pochi mesi fa, Kim Jong-un; dopo 70 anni di una guerra formalmente ancora in atto. Tra le due Coree oggi si è firmato un inizio di pace.

E anche Kim Jong-un è riuscito in quello che il nonno Kim il-Sung ed il padre Kim Jong-il non erano riusciti negli ultimi 70 anni: assicurare il mondo che la Corea del Nord è un Paese civile, disposto a dialogare e a scendere a compromessi, in una parola, a denuclarizzare il loro arsenale bellico e lancirsi verso un futuro di cooperazione internazionale.

Un passo concreto verso il disarmo delle penisola coreana oggi è stato avviato e, come Donald Trum ha risposto a una domanda, «Inizierà molto, molto velocemente».

 EPA/KEVIN LIM
EPA/KEVIN LIM

Certi commenti sull’evento sottolineavano qualche perplessità sula rapidità della soluzione trovata, ma tutti i colloqui preliminari tra le delegazioni Usa e nord-coreana erano andati bene negli ultime settimane.

Di una persona si deve parlare, colei che dall’inizio dell’anno abbiamo vista lavorare al dialogo diplomatico: la bella sorella del leader nord-coreano, Kim Jo-yong. Oggi era presente  fianco del fratello, insieme al segretario di Stato americano, Mike Pompeo. I due, Mike Pompeo e Kim Jo-yong, si sono scambiati gli accordi giù firmati, per poi porgerli ai rispettivi presidenti, per la foto finale.

Un gesto che, secondo il protocollo, spetta a coloro che hanno seguito le trattative e sono le persone più importanti del seguito. Dopo la foto con la stretta di mano, Donald Trump, Mike Pompeo, Kim Jong-un e Kim Jo Yong, i 4 artefici di questo accordo storico, sono spariti dietro una grande porta di legno.

 EPA/KEVIN LIM
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Il Chanel News Asia di Singapore ha coperto tutta la diretta dell’evento ed ha sottolineato come Cina e Russia abbiano appoggiato quest’accordo. Il saluto di Kim Jong-un, in ottimo Inglese, al presidente Trump, alla prima stretta di mano con cui ha accolto l’uomo più potente del mondo, è una delicatezza asiatica, fuori dal protocollo ufficiale: «Nice to meet you Mr. President», ha detto.

È questo forse l’inizio di una nuova era che permetterà di tirare il fiato a tutto il mondo, letteralmente.

 

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