Meeting Rimini 2021, attraversare il presente con coraggio
Meeting di Rimini. Incontri, riflessioni, mostre, dibattiti per aprire nuovi orizzonti e prospettive di ripartenza dalla pandemia, per costruire un tessuto sociale più solidale e sostenibile partendo dalle scelte personali, dall’assunzione di responsabilità di ciascuno, avere «Il coraggio di dire “io”». Nell’ultimo scorcio dell’estate 2021 si è svolto a Rimini il 42° Meeting di Comunione e Liberazione, per il secondo anno consecutivo in una «edizione speciale», in presenza ma prevalentemente in streaming a causa dell’emergenza sanitaria.
«Vivere senza paura nell’età dell’incertezza» è il tema di una delle Mostre realizzate e anche di uno degli incontri più partecipati del Meeting, nel corso del quale hanno dialogato insieme il filosofo Charles Taylor, il teologo anglicano Rowan Williams e il presidente di Comunione e Liberazione Julián Carrón. A introdurre e moderare i lavori, la giornalista Monica Maggioni.
In che modo vivere questo tempo difficile senza percepire l’incertezza che lo caratterizza come un nemico? «L’alternativa a percepire l’incertezza o qualsiasi circostanza come nemica è percepirla come opportunità», ha chiarito Julián Carrón. «Noi la percepiamo come nemica perché in qualche modo pensiamo di averla conosciuta e pensiamo che lì non c’è qualche spiraglio, qualche novità da scoprire ancora, qualche possibilità di conoscenza nuova».
Ogni sfida pone domande di senso e, se si accetta la sfida, si aprono nuove opportunità e si fanno nuove scoperte. «La paura ci assale quando la realtà mette a nudo la nostra essenziale impotenza», continua Carrón. Quando ci si trova davanti ad una situazione che ci sfida oltre le nostre capacità, emerge la paura. Si può, allora, immaginare di vivere senza la paura? Quanto più la vita pone delle sfide, tanto più si ha bisogno di avere accanto presenze che aiutino a vincere la paura, come un bambino che si sente al sicuro accanto alla mamma e come i discepoli nell’episodio evangelico della tempesta sedata.
La pandemia ha rappresentato per tutti – credenti e non – un terreno comune: ognuno si è sentito sfidato e ognuno si è posto le stesse domande di senso davanti alle medesime situazioni. L’esperienza comune può essere, quindi, l’inizio di un dialogo per condividere e comprendere nuovamente cosa è essenziale, cosa serve per vivere.
Tra i temi trattati, anche quello della libertà, che oggi assume volti eterogenei e inediti. La vera libertà, ha sottolineato il teologo Rowan Williams, è quella generativa, che viene da Dio, è la libertà di dare la vita agli altri. Nella ricerca della libertà, bisogna però fare attenzione, avverte Julián Carrón, e distinguere con attenzione la vera libertà da quella apparente che viene proposta da chi gestisce il potere.
Il potere, infatti, tenta sempre di convincere l’individuo a rinunciare alla propria libertà e suggerisce: «se rinunci alla libertà eviti i rischi, eviti di sbagliare, ti semplifichi la vita. Meglio affidare ad un altro il rischio». Che esperienza bisogna vivere, allora, per essere veramente liberi e per non sottomettersi al potere? Un’esperienza di pienezza: si fa esperienza di libertà quando si fa esperienza di pienezza, che rende liberi dal potere. Fare una reale esperienza di pienezza porta ad avere «Il coraggio di dire “io”», per rispondere alle istanze del tempo presente, di una società fortemente secolarizzata.
Nell’attuale contesto storico e sociale, allora, in che modo l’esperienza cristiana può guardare la secolarizzazione, come una sconfitta, come una sfida o come opportunità? La secolarizzazione è per i cristiani una vocazione, risponde Williams, è un appello di Dio a dare, ad una nuova profondità delle relazioni. Sulla stessa linea di pensiero, Carrón ribadisce che si tratta di una sfida che diventa opportunità: è una chiamata, c’è un disegno che si svela nel momento in cui ci si lascia coinvolgere.
A cosa chiama l’attuale situazione di secolarizzazione della società? Emerge fortemente, in questo periodo, la chiamata ad una consapevolezza più profonda della nostra natura di uomini, a comprendere che la vera natura del cristianesimo non è una serie di regole che non sono capaci di rispondere alla sete che emerge in questo contesto culturale, ma è l’incontro con una realtà eccezionale che fa fare esperienza di una pienezza che era inimmaginabile.