Medjugorje: la bellezza della Regina della Pace
Il 24 giugno 1981, verso le 18, sei giovani della parrocchia di Medjugorje, un poverissimo paesino della Bosnia Erzegovina vicino a Mostar, hanno visto sulla brulla collina di Crnica una figura bianca con un bambino nelle braccia. Nei giorni successivi, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Jakov Colo e Marija Pavlovic hanno rivisto la signora, l’hanno riconosciuta come la Madonna e hanno parlato con lei.
Durante i 40 anni trascorsi da allora, i ragazzi, insieme o separatamente, hanno continuato ad avere apparizioni regolari, durante le quali la Vergine affida loro dei messaggi. L’ultimo è questo: «Cari figli! Vi guardo e vi invito: ritornate a Dio perché Lui è amore e per amore ha mandato Me a voi per guidarvi sulla via della conversione. Lasciate il peccato e il male, decidetevi per la santità e la gioia regnerà; e voi sarete le mie mani tese in questo mondo perso. Desidero che siate preghiera e speranza per coloro che non hanno conosciuto il Dio d’amore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata» (25 maggio 2021).
Il fatto che le apparizioni della Madonna continuino per un tempo così lungo, ha creato molto stupore e anche polemiche (dentro e fuori la Chiesa cattolica). I ragazzi sono stati accusati di dire menzogne, i frati della chiesa di plagiarli, ma sembra ridicolo che un complotto possa durare tutto questo tempo e con tutti questi messaggi sempre coerenti con il Magistero della Chiesa.
Nel frattempo i ragazzi hanno continuato la loro vita, sono cresciuti, alcuni si sono sposati e trasferiti (ad esempio Ivan vive con la sua famiglia negli Usa e continua ad avere apparizioni quotidiane). Durante le apparizioni, i veggenti sono stati anche sottoposti a rigorosi esami scientifici che hanno escluso frode e inganno, così come forme di allucinazione patologica.
La Chiesa cattolica è sempre stata molto cauta e non ha mai approvato ufficialmente le apparizioni. Nel 1991 i vescovi della Jugoslavia dichiararono che «non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali». Nel 2010, la commissione d’inchiesta guidata dal cardinal Ruini si limitò ad affermare «la veridicità delle prime sette apparizioni». Nel 2017 papa Francesco ha autorizzato ufficialmente i pellegrinaggi a Medjugorje.
La Madonna ha affidato ai ragazzi dieci segreti su avvenimenti futuri, che dovrebbero accadere prima della fine della vita dei veggenti. Mirjana nel 2019 ha detto che ormai non manca molto al verificarsi dei segreti, che includono anche castighi per il mondo (che possono però essere “diminuiti” con le preghiere), dopo di che ci sarà un’era di pace. Per questo la Madonna (Gospa in bosniaco) fin dall’inizio si è fatta chiamare Regina della Pace. Ci sarà anche un segno per i non credenti.
Al di là del dibattito sulla veridicità delle apparizioni, chiunque visiti Medjugorje è colpito dalle manifestazioni di fede. Una fede spontanea, semplice e coinvolgente. Questo è stato vero fin dall’inizio, nel 1981.
Un ricordo personale
Nel 1982, a pochi mesi dall’inizio delle apparizioni, con un amico facemmo una deviazione, nel nostro viaggio in macchina verso Sarajevo, per andare a vedere cosa ci fosse di vero nelle voci che dicevano che la Madonna appariva a Medjugorje.
Arrivammo in un posto veramente assurdo: immaginate una enorme chiesa costruita nel nulla, anni prima, da un architetto visionario. Intorno solo silenzio, campi e colline brulle. Accanto alla chiesa un piccolo asilo, che era stato appena incendiato da emissari del regime comunista perché questi veggenti davano fastidio e si voleva scoraggiare la gente che cominciava ad affacciarsi nel luogo.
Siccome la chiesa era chiusa e intorno nei campi non c’era nessuno, col mio amico andammo a cercare il villaggio più vicino, Medjugorje appunto, per vedere se qualcuno potesse darci un’indicazione. Poche case, strade sterrate, fango, povertà, ragazzini che giocavano a piedi nudi tra le pozze e che naturalmente non sapevano l’inglese. Non sapendo che fare, ci sediamo in un muretto e cominciamo a dire un rosario. Dopo 5 minuti uno dei ragazzini smette di giocare, si avvicina e ci dice in un simil-italiano: sbrigatevi a salire che tra poco arriva la Madonna.
Stupiti, saliamo al primo piano per una scaletta esterna. Ci accoglie una ragazza (Vicka) che ci fa entrare in casa, in una stanzetta piccola e spoglia. Per terra solo sette o otto piccoli cuscini. A cenni ci indica di inginocchiarci (eravamo sei o sette persone in tutto), poi si mette faccia al muro in attesa. Io sono di fianco, la vedo benissimo. Una ragazza normalissima, in ginocchio davanti ad una parete in muratura.
Ad un certo punto il viso le si accende di gioia. Punta gli occhi in alto a sinistra come se vedesse qualcuno che si avvicina dal cielo in lontananza, e fa una esclamazione, come di saluto. Gli occhi si muovono come per seguire una persona che si fa più vicina davanti a lei, poi comincia ad ascoltare, risponde qualcosa, dialoga, sempre felice. Impossibile fingere, secondo me, la ragazza è troppo presa e concentrata ad ascoltare e rispondere. Dopo alcuni minuti di colloquio, lo sguardo comincia a seguire come qualcuno che si allontana in alto, mentre la mano saluta, e l’atteggiamento del volto è di pace e serenità.
È un attimo, la ragazza si volta, completamente normale come prima, poi ci fa cenno di seguirla. Insieme agli altri ragazzi presenti, scendiamo in cucina dove la madre di Vicka prende un cocomero, lo taglia e, a gesti, sorridente di ospitalità, ci offre una fetta.
È ormai sera. Torniamo alla chiesa dove abbiamo piantato la tenda. La mattina dopo ci svegliamo tra file di persone in paziente attesa di confessarsi con i sacerdoti seduti su sedie nei prati.
Anni dopo sono tornato a Medjugorje, il paesaggio è cambiato, intorno alla chiesa sono sorte case, negozi e altre attività. Ritrovo Vicka, ormai grande. Mi racconta un piccolo aneddoto. Uno dei primi giorni delle apparizioni, i giovani chiedono alla Madonna: «ma come fai ad essere così bella?». E lei, con uno splendido sorriso risponde: «perché amo».