Medaglia al valore a Giuseppe Girolamo, eroe della Costa Concordia
Giuseppe Girolamo, 29enne, nativo di Alberobello (Bari), di professione batterista, era uno dei componenti dell’equipaggio della nave da crociera Costa Concordia, che insieme a migliaia di persone ha assistito al naufragio della nave 8 anni fa. Non ha però smarrito la calma, mentre intorno a sé sentiva solo stridori meccanici e urla impastati dalla paura di morire.
Consapevole di non saper nuotare, ha ceduto il suo posto nelle scialuppe di salvataggio, fino alla fine. E, alla fine, la nave è divenuta, tristemente, la sua tomba, perché il suo corpo esamine è stato ritrovato fra gli ultimi dai sommozzatori, ed identificato il 7 aprile del 2012 tramite prova del dna. Si spera ora che possa essere data all’uomo l’onorificenza al valor civile.
Ricordiamo brevemente. Benché la Costa Concordia sia una delle navi da crociera più grandi al mondo, in quella tragica e rigida notte invernale, il 13 gennaio del 2012, incagliò uno scoglio, a seguito della goliardica manovra dell’inchino che prevedeva il saluto della nave alla vicina isola di Giglio, in Toscana. E, come fosse una barchetta, prese ad inclinarsi pericolosamente da un lato.
I passeggeri compresero con ritardo la gravità, perché dagli altoparlanti venivano invitati alla calma, a rientrare anche in cabina. Ma le cabine erano sottosopra e il delirio generale non tardò ad arrivare. Al buio si trovava anche Antonella Bologna (Leonardi, da sposata) col marito e i suoi due piccoli gemelli, che ha voluto narrare, a distanza di anni, in esclusiva, a noi di Città Nuova la sua vicenda. E la sua testimonianza è divenuta, presto, virale e vitale, proprio per Giuseppe Girolamo, giacché si cercava un testimone oculare dei fatti.
La trasmissione Italiasì, condotta da Marco Liorni, ha contattato così Città Nuova per poter parlare con la signora Leonardi, e ha realizzato un servizio, poi andato in onda con la collaborazione del collega Fiore De Rienzo su Rai1, lo scorso 19 ottobre nelle ore pomeridiane.
Varie testate hanno ripreso la notizia. Ne diamo voce anche noi per il risvolto positivo che ha assunto. Il sindaco del paese di Alberobello, Michele Maria Longo, avendo ascoltato la testimonianza della signora Leonardi, potrebbe infatti finalmente dare oggi a Giuseppe Girolamo – il cui volto è stato, per l’appunto, riconosciuto dalla signora nelle fasi del suo salvataggio – una medaglia al valore, perché il “gesto ha lasciato un messaggio a tutti i ragazzi”.
Antonella Leonardi, in quell’agitata notte di gennaio 2012, ha narrato d’aver compreso presto, infatti, col marito che occorreva scendere dalla nave rapidamente. Si era anche resa conto che l’inclinazione inusuale del mezzo non permetteva ai funzionari di Costa Crociera di prendere, con facilità, le scialuppe di salvataggio di cui l’imbarcazione era provvista, né di farle giungere a destinazione, ossia in acqua. Perché una volta saliti in scialuppa, c’era il rischio di restare a mezz’aria. E aveva temuto terribilmente per i suoi bambini.
Ma un «uomo alto, bello, con un po’ di barba e baffi, coi capelli lunghi neri›› non ha esitato un attimo; si è offerto d’aiutarla. Ha probabilmente anche ceduto il suo posto sulla scialuppa. E Antonella n’è certa: ‹‹Era Giuseppe Girolamo, il loro angelo››. Eppure, gli inquirenti aspettano altre prove. Probabilmente d’avere uguale conferma del riconoscimento da parte del marito, Sergio Leonardi.
Tanti, dunque, i passaggi. Ma saranno davvero importanti al fine? ‹‹Una banale medaglia che valore potrà poi davvero avere per due genitori che hanno perso un figlio, che soffrono la sua perdita inconsolabile?››, si sono chiesti in tanti. In realtà, sì, che ha la sua importanza. Se rifletti che tuo figlio, pur non sapendo nuotare ha ceduto il suo posto per salvare delle vite umane. Che tuo figlio non è che non amasse la vita e non avesse progetti futuri, ma ha dovuto scegliere, di fretta, fra sé e gli altri.
In questa scelta, in questa priorità di mettersi per ultimo, è stato, senza ombra di dubbio, un eroe. E adesso la famiglia Girolamo, per tanti anni sopraffatta dal dolore, ha dimostrato il desiderio di conoscere la famiglia Leonardi, guardare gli occhi di chi, ancora, c’è. Per capire, forse, se in quegli occhi c’è anche l’immagine del figlio.