Mazzette sulle tasse dei cittadini

Blitz delle forze dell'ordine in Piemonte, Veneto e Campania. Secondo l’accusa, alcune società avrebbero ottenuto appalti per la riscossione delle tasse senza una regolare gara a evidenza pubblica, grazie a funzionari regionali “compiacenti”
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È un’operazione che scuote anche il mondo istituzionale: qualche giorno fa i carabinieri del comando provinciale di Torino hanno eseguito arresti e perquisizioni in varie località d’Italia, compresa Cuneo. Nel mirino delle forze dell'ordine c'è la Gec, Gestione esazioni convenzionate spa, una società privata di riscossione tributi partecipata dalle principali banche del Cuneese. La società si occupa della riscossione delle entrate per un gran numero di enti, comprese quelle legate al pagamento del bollo auto per conto della Regione.

In totale gli arresti su scala nazionale sono stati quindici, tra funzionari pubblici e dirigenti di società private, quaranta gli indagati tra Piemonte, Veneto e Campania: la riscossione tributi del bollo auto significa un businnes compreso tra i 15 e 40 milioni di euro. L’indagine, vastissima, è durata un anno e mezzo ed ha portato alla formulazione di capi d’accusa gravi: associazione per delinquere, corruzione, concussione e turbativa d’asta. L’operazione sarebbe scaturita dalle denunce di una società che si era considerata “danneggiata” dall’operato degli arrestati.

Secondo l’accusa, infatti, le società avrebbero ottenuto appalti per la riscossione delle tasse senza una regolare gara a evidenza pubblica, grazie a funzionari regionali “compiacenti”. In carcere sono finiti Giovanni Tarizzo, ex direttore del settore Politiche fiscali della Regione, i vertici di Gec Spa i cuneesi Alessandro Otella, amministratore e Aldo Magnetto, direttore degerale, dipendenti di Csi, Matteo Catto e Carlo Goffi, nonché vari dirigenti e membri di commissione delle Regioni Veneto e Campania. Agli arresti domiciliari invece il presidente, Giovanbattista Rocca, e il vice Franco Giraudo. La Gec avrebbe corrotto Tarizzo con un milione e mezzo di mazzette, oltre a favori e mutui per i familiari per ottenere l'affidamento del servizio senza gara prima, e successivamente riuscendo a strappare un bando “blindato” confezionato su misura.

Gec Spa avrebbe ottenuto così un appalto milionario, riuscendo a far fruttare centinaia di migliaia di euro a settimana di tasse dei contribuenti, tenendoli nelle sue casse per un mese e mezzo prima di girarli alla Regione. Un sistema che ai contribuenti è costato circa 20 milioni di euro.

Nel sistema sono finiti anche i nomi di Riccardo Bossi, figlio di Umberto con la passione del rally, e il rallysta cuneese Luca Betti per una serie di sponsorizzazione sportive “gonfiate”. Dalle intercettazioni risultano anche due assessori regionali, William Casoni e Giovanna Quaglia, assessore al bilancio, che dichiara però: “La Regione Piemonte si considera parte lesa e, qualora siano accertati danni all’amministrazione regionale, si costituirà parte civile”. 

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