Maturità 2014 tra Quasimodo, Piano e un ‘900 sconosciuto
Dopo l’immancabile tormentone del “tototracce” sul web e dintorni, i temi ufficiali per la maturità sono arrivati sui banchi degli esaminandi. Per l’analisi testuale è stata proposta una poesia di Quasimodo, bellissima a leggersi ma sicuramente complicata e insidiosa per chi deve destreggiarsi fra le metafore, gli anacoluti, le onomatopee, le assonanze e quant’altro di un testo. Che oltre tutto è poetico e non di prosa, il che non facilita le cose.
Gli argomenti per il saggio breve o l’articolo giornalistico sono attualissimi, addirittura scottanti. Si va dalla “pervasività delle tecnologie” alle “nuove responsabilità” di fronte alla “fragilità del pianeta” e alla “crescita demografica del mondo”, dai pregiudizi legati al multiculturalismo all’esigenza innata nell’uomo di “sentirsi cittadino della terra”. Chi ha scelto di svolgere il saggio breve in chiave storica si è confrontato con l’argomento, abbondantemente previsto, dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, di cui ricorre il primo centenario.
Altre due tracce propongono il rapporto fra violenza e non violenza durante il ’900 e una riflessione sul “rammendo delle periferie” nella visione architettonica di Renzo Piano. Che dire? Sono tracce indubbiamente ricchissime, stimolanti e attuali (anche troppo). Ma ci domandiamo. I programmi, i libri di testo, i contenuti, le metodologie didattiche come sono oggi sono veramente in grado di preparare gli studenti ad affrontare le tematiche, marcatamente sociologiche e antropologiche, proposte in quasi tutte le tracce di quest’anno?