Mattarella: le donne tengono unita la società
In Italia sono milioni. Milioni di professioniste, docenti, casalinghe, lavoratrici dipendenti, imprenditrici, disoccupate, madri, nonne e ragazze. Su di loro, secondo il presidente della Repubblica, «grava il peso maggiore della crisi economica».
In occasione della Giornata internazionale della donna, l'8 marzo scorso, Sergio Mattarella ha sottolineato l'importanza delle donne, persone «consapevoli, che badano all'essenziale e a ciò che è bello, spesso alla difficile ricerca di una compatibilità tra il lavoro e la famiglia… A voi, una società non bene organizzata affida il compito, delicato e fondamentale, di provvedere in maniera prevalente all'educazione dei figli, alla cura degli anziani e dei portatori di invalidità. Lo fate silenziosamente, a volte faticosamente».
Senza la donne, ha sottolineato il presidente della Repubblica, «l'Italia sarebbe più povera e più ingiusta. Siete il volto prevalente della solidarietà. Il volto della coesione sociale. Dovremmo ricordarlo costantemente. E non dovremmo smettere mai di ringraziarvi».
Nel 2014, con l'allora presidente Giorgio Napolitano, l'8 marzo era stato affrontato il tema delle ferite che la violenza infligge sul corpo e sull'animo delle donne. L'edizione del 2015 è stata invece dedicata al rapporto speciale che esiste, fin dagli albori della civiltà umana, tra le donne, la natura e la Terra. «Una terra – ha affermato Mattarella – che spesso è definita madre, capace cioè di generare vita. Una terra che è minacciata da comportamenti che infliggono ferite, lacerazioni, mutilazioni, prodotte anzitutto da speculazione e avidità. Vi è, poi, il grande, e impetuoso, sviluppo economico che ha caratterizzato, negli ultimi decenni, anche Paesi finora esclusi dal benessere. La crescita globale è un obiettivo giusto e positivo, ma occorre governarne i contraccolpi sul piano della salvaguardia dell'ambiente».
I cambiamenti climatici, la deforestazione, l'inquinamento dei fiumi e dei laghi, la contaminazione del cibo, la scomparsa di specie animali e vegetali rischiano di sfigurare il volto del pianeta, ma anche di peggiorare, in modo drastico, la qualità della vita nostra, dei nostri figli e delle generazioni a venire. In questa situazione, ancora una volta, il ruolo della donna risulta, insieme, coraggioso e determinante.
«Recenti ricerche – ha aggiunto il presidente – ci dicono che più della metà della produzione del cibo mondiale passa attraverso le mani sapienti delle donne. Nei Paesi in via di sviluppo questa percentuale arriva anche all'ottanta per cento. Le donne, soprattutto, conoscono l'importanza del cibo per la vita dell'uomo. Una consapevolezza del futuro – un'attitudine alla visione – ha spinto le donne a lottare da sempre per la difesa dell'ambiente, per uno sviluppo compatibile, per valorizzare i prodotti della Terra, per il diritto al cibo, alla salute, alla biodiversità. Le donne sono più capaci di produrre senza distruggere, sanno costruire e innovare, tutelando e salvaguardando».
Mattarella ha ricordato due Nobel per la pace: la kenyana Wangari Maathai e Rigoberta Menchù, paladina dei diritti dei campesinos guatemaltechi. E, ancora, l'indiana Vandana Shiva, ispiratrice del movimento democratico globale. E sempre le donne sono protagoniste della rete WeCan, che riunisce scienziate, donne leader dei movimenti ambientalisti, artiste, ma anche insegnanti, contadine, operaie di tutto il pianeta. Il loro manifesto comincia così: "Siamo madri e nonne, sorelle e figlie, nipoti e zie che si preoccupano per le giovani generazioni".
Il loro obiettivo è quello di cambiare il linguaggio quando si parla di ambiente e di natura: passando dalle parole «dominare, impoverire e distruggere» a quelle, più sagge e rassicuranti, di «risanare, rispettare, rigenerare».
Non si può continuare a gestire la questione ambientale con l'esclusiva ottica dell'emergenza. E in questo vi è grande impegno. Le donne, con la loro capacità di visione e sensibilità, ci insegnano che la prevenzione dei disastri ambientali è una cultura che va radicata all'interno della società e delle istituzioni italiane, e che, nel medio e lungo periodo, salva vite, produce risparmi e genera ricchezza.
«Senza entrare nel merito – ha aggiunto Mattarella – vorrei qui dare atto al Parlamento di aver compiuto un importante passo in avanti nella definizione del reato di disastro ambientale: un crimine grave finora sanzionato in misura inadeguata».
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