Il matrimonio con una minorenne è stupro
Mercoledì scorso la Corte suprema dell’India ha sentenziato che il rapporto sessuale fra un uomo in età adulta e la moglie minorenne (al di sotto dei 18 anni di età) è da considerarsi stupro o, comunque, atto di violenza sessuale. La sentenza del massimo organo giuridico della più grande democrazia del mondo ha un valore storico nel contesto sociale del Paese asiatico, dove i matrimoni fra minori o fra un uomo in età adulta con una minorenne sono ancora una realtà, soprattutto in ambito rurale.
In India, sebbene il Paese conosca da anni un processo di modernizzazione rampante con modelli sociali che tendono ad occidentalizzarsi, alcune pratiche continuano a restare fortemente radicate. I matrimoni, infatti, restano, per la stragrande maggioranza, particolarmente nelle zone rurali, combinati dalle famiglie e, sebbene considerati illegali, rimangono una consuetudine anche i matrimoni fra minori o fra un uomo già in età adulta, se non avanzata, ed una minorenne.
La sentenza della Corte Suprema è accompagnata da una nota esplicativa che afferma come una ragazza al di sotto del diciottesimo anno di età non possa essere trattata come un bene di consumo e oggetto di sfruttamento senza alcun potere sul suo corpo e senza la possibilità di negare al marito un rapporto sessuale imposto. Due giudici, Madan B. Lokur e Deepak Gupta, hanno sottolineato come i diritti umani di una bambina siano reali e debbano essere salvaguardati ad ogni costo. Una minorenne, anche se sposata, merita di essere accattata e riconosciuta nei suoi diritti fondamentali. La sentenza è entrata in vigore con effetto immediato e coloro che fossero anche sposati non potranno convivere o, comunque, avere rapporti coniugali fino al compimento del 18 anno di età della moglie.
Fino ad ora l’età limite per consentire la convivenza e la consumazione del matrimonio era fissata a 15 anni. Si trattava di un numero piuttosto controverso, che permetteva al marito di avere un rapporto completo con la moglie, anche se minorenne. Il tutto con o senza il consenso della donna-ragazza. Il motivo di questa situazione è di natura storica. Dal 1940, infatti, esisteva una discrepanza fondamentale fra l’età prevista per una donna per contrarre regolare matrimonio e quella per un rapporto sessuale consensuale. Mentre l’età minima per la prima era 16 anni di età, quella per il secondo era rimasta fissa ai 15 anni. Nel 1975 l’età per il matrimonio era stata elevata ai 18 anni, ma quella per un rapporto sessuale era ancora inferiore, i 16 anni. Oggi entrambe sono state portare a 18 anni. Il giudice Gupta ha sottolineato come la legislazione di questi decenni fosse una violazione dei diritti della ragazza minorenne che non è ancora in grado di decidere per sé e di tutelare i propri diritti.
La sentenza si spera possa avere un impatto positivo sulla pratica, come detto, ancora molto comune dei matrimoni fra bambini o, comunque, fra minorenni o con una minorenne. “Si spera – ha dichiarato l’avvocato Vishwanathan K.V. – che l’effetto della sentenza della Corte Suprema sia quello di sradicare completamente la pratica dei matrimoni fra minori.” In effetti, come ha accennato la giudice Jaising, la conseguenza logica è quella di considerare ‘nullo’ un matrimonio di questo tipo. Attualmente, però, la nullità dell’unione matrimoniale fra o con minori è limitata ai casi in cui il minore sia stato costretto, venduto in matrimonio o oggetto di traffico umano. Altri giudici hanno espresso la loro soddisfazione per il successo della sentenza e si sono rivolti al governo perché sappia far uso adeguato della sentenza, al fine di eliminare lo stigma del matrimonio fra minori in tutto l’immenso Paese.
Un ulteriore elemento emerso all’indomani della sentenza riguarda l’applicabilità della decisione della Corte Suprema ai matrimoni celebrati secondo le diverse legislazioni previste in base all’appartenenza religiosa. In India, infatti, già da epoca coloniale la pratica matrimoniale è regolata in base alla religione di appartenenza. La legge che riguarda il matrimonio secondo la pratica musulmana – il Muslim Persomal Law – permette, infatti, unioni matrimoniali a minorenni a partire dai 15 anni di età. Molti in ambito giuridico matrimoniale hanno affermato che il Codice Penale Indiano è applicabile a tutti i cittadini indiani a prescindere dalla rispettiva appartenenza religiosa.