Mario Giostra, quell’inaspettato legame sociale
Amare il fratello non è solo un precetto della dottrina cristiana, ma in questa storia è il percorso di un rapporto vero che continua oltre i confini della vita. Prediligo questa “apertura” per parlare della scelta di Alessandro Giostra di realizzare un volume edito da CNx raccogliendo i numerosi scritti di varia origine e destinazione che il fratello Mario aveva scritto negli anni e che costituivano di fatto il filo conduttore dell’impegno alla ricerca di un profondo legame sociale compiuto da lui. Mario è morto il 24 gennaio del 2019 a 59 anni.
L’accostamento e il paragone probabilmente sono inflazionati, ma anche io voglio cadere nel già visto e inizio a parlare di Mario prendendo in prestito la profetica canzone di Franco Battiato La cura per due ragioni evidenti. La prima è che lui, da “essere speciale” aveva fatto della sua vita umana e professionale un vero atto di “cura” per tutte le persone che reputava ugualmente tutti esseri speciali. Forse, alla sua maniera riderà dell’accostamento con la sua risata squillante e contagiosa. La seconda perché insieme abbiamo scritto un tema per un convegno di Social One unitamente alla Fondazione Zancan di Padova dal titolo “La cura e il prendersi cura”, prima ancora che questi titoli assumessero un significato pregnante e ricordo tutta l’energia e la caparbietà messa su da Mario.
Ho avuto la fortuna di aiutare Alessandro nella ricerca e collazione dei vari testi di Mario, peraltro conoscendolo o meglio intravisto, una sera d’estate, mentre mangiava una pizza cucinata da Mario che, grazie a un ragazzo della comunità dove lavorava, aveva imparato a fare magistralmente condita dai funghi trovati nelle sue periodiche escursioni sui Sibillini, vicini a casa sua.
Infine, dichiaro apertamente il mio “autolesionismo”, in quanto parlare di Mario mi fa vivere un effetto “allagamento”, facendo intuire cosa è stato per me averlo incontrato e vivere momenti importanti e fecondi. Tra gli impegni che Mario aveva molto a cuore e che ci ha visto insieme, è stata l’appartenenza al gruppo di ricerca internazionale denominato Social One che vede riuniti sociologi e studiosi del servizio sociale.
Come prima cosa voglio dire due parole sull’autore, ma vi prego di credermi che due parole sono proprio una demarcazione debole perché, per descrivere le sue conoscenze e i suoi lavori, occorrerebbe molto, ma molto più tempo. Peraltro non immaginavo, quando ho iniziato la collaborazione di trovarmi di fronte una persona oltreché cordiale anche così qualificata e questa è un’affermazione e non un eufemismo.
Alessandro Giostra è socio della Deputazione di Storia Patria per le Marche, insegna filosofia e storia presso il liceo Orsini-Licini di Ascoli Piceno. Ha al suo attivo circa 180 pubblicazioni e i suoi ambiti di ricerca sono: storia del pensiero filosofico e scientifico, interazione tra scienza e fede, storia contemporanea. Collabora come autore con diverse riviste nazionali e internazionali e ha partecipato a diversi convegni sulle tematiche suddette. Tra i suoi ultimi lavori ricordo alcuni studi sull’astronomo Cecco d’Ascoli e il volume Stanley Jaki: Science and Faith in a Realist Perspective (IF Press, 2019).
Oltre che da Alessandro un grande contributo è stato offerto dalla cooperativa dove Mario ha lavorato fino alla fine, che ha coperto le spese relative alla pubblicazione. Un corale atto di affetto per un uomo che ha intessuto rapporti colmi di passione e dedizione.
Quindi questo è il terreno di coltura dove è nato il libro Un nuovo modello sociale (Scritti di Mario Giostra). La reciprocità agapica, ispirata all’insegnamento di Chiara Lubich, è il modello che dovrebbe guidare tutte le forme di relazione interpersonale. Mario Giostra (1960-2019), operatore nel settore delle tossicodipendenze, ha evidenziato nei suoi lavori come questo approccio originale possa generare risultati sorprendenti in ogni tipo di azione sociale.
Il libro raccoglie, oltre a relazioni, articoli e ricerche, anche un lavoro sui frattali un segno della sua passione della matematica che lui applicherà avvicinandoli alle intuizioni di Chiara Lubich. I frattali sono oggetti dotati di omotetia interna: la forma si ripete allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all’originale.
Insomma, un libro poliedrico e originale come lo è stato il protagonista, Mario Giostra.