Maria, madre di Dio
Theotókos. Questo termine greco, consacrato – dopo aspre contese – dal Concilio di Efeso nel 431, significa «genitrice di Dio». Maria è genitrice di Dio. In ciò sta la sua incomparabile grandezza.
L’idea di Dio, o del Divino almeno, comune a tutte le antiche culture e civiltà dell’uomo, è quella di Chi genera tutto ciò che è. È lui il genitore universale. Anche se nelle intuizioni mitologiche delle religioni non manca la figura della gran madre, da cui tutti discendono – uomini e dèi.
In ciò v’è come un presentimento della divina maternità di Maria. Ma il più delle volte è difficile distinguere la linea di demarcazione tra il Divino e l’umano. Sì che spesso il Divino si snatura nell’umano, e l’umano si confonde col Divino.
Nel caso di Maria – e della fede della Chiesa che con lei nasce – le cose son ben diverse. Il Dio di cui qui si parla è Colui che s’è rivelato come il tre volte Santo ai Padri e ai Profeti. È Dio e non creatura: con una nettezza e definitività di cui non è pensabile la maggiore.
E allora? com’è possibile, senza cadere in una grossolana eresia o nell’imperdonabile ritorno all’idolatria contro cui tenacemente ha lottato la fede dei Padri, affermare che Maria è genitrice di Dio?
È possibile perché così è avvenuto. Colui ch’è concepito e nasce da Maria viene da Dio, è: Dio da Dio. Nessuno snaturamento, nessuna confusione. Dio è Dio, e Maria è creatura. È qui tutto il mistero dell’incarnazione di Gesù. Che dice la grandezza di Dio e insieme quella di Maria.
(…)
Come Maria, dicendo il suo “sì” d’affidamento pieno all’insondabile mistero d’amore di Dio, ha lasciato che Dio, in lei, esprimesse Se stesso fuori di Sé, così noi, aprendo la mente e il cuore alla luce che si sprigiona dall’evento, lo possiamo penetrare, anzi, vi possiamo scivolare dentro, sospinti dal soffio dello Spirito.
Anche noi, come Maria, possiamo esser introdotti nella logica di Dio. Che è la sua stessa Vita.
Da Piero Coda, Magnificat, Città Nuova , 2013