Maria “influencer” di Dio
Un nuovo “titolo mariano” attribuito da papa Francesco in questa Gmg di Panama che ha registrato tante novità, pastorali non magisteriali ovviamente, proprio nei discorsi e gesti di Bergoglio. Compreso il rilancio della Teologia del Popolo, e il finale con suspence: la prossima Gmg sarà a Lisbona o a Fatima?
Il luogo, i presenti e la circostanza si prestavano, in effetti a parole e gesti audaci. 700 mila giovani (oltre la metà panamensi, gli altri di 160 Paesi dei 5 continenti) hanno ascoltato attenti il papa nel Campo San Juan Pablo II, il Metro Park affacciato sul Canale che con le sue chiuse segna la costa di Panama, e ne fonda l’economia. Il Canale però ha un prezzo alto dal punto di vista dell’identità di questo Paese dell’America Centrale che rappresenta oggi una colonia degli Usa ma anche un terreno di confronto con la Cina, che ha fatto qui investimenti ingenti.
In molti esercizi, il menù non è più solo in inglese e spagnolo, ma anche in cinese e tra le nuove generazioni locali molti hanno tratti misti ispano-orientali. Alla veglia della Gmg, nella notte tra sabato e domenica, Francesco ha parlato dei punti di riferimento che servono per crescere. Davanti a sé aveva una generazione che in fondo non ha una sua cultura o tradizione, perché qui siamo lontani dalla cultura latina, ma nemmeno hanno vinto gli yankee con i loro modelli culturali globalizzati.
C’è ad esempio un interesse diffuso per le parole del papa, se ne discute nei bar e alle fermate dei bus, qualcuno dice: «È molto arrabbiato il papa». Ma sbaglia, è il tono passionale, non la rabbia che traspare dalle sue parole. Bergoglio, al suo primo incontro con la realtà complicata di Panama, in fondo ne è affascinato. E sceglie immagini che i giovani multicolore di questo raduno possono capire, connessi perennemente come sono anche qui: «Maria – dice – è la influencer di Dio. Senza alcun dubbio la giovane di Nazareth non compariva nelle ‘reti sociali’ dell’epoca, però senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia».
Per il Pontefice «essere un influencer nel secolo XXI significa essere custodi delle radici, custodi di tutto ciò che impedisce alla nostra vita di diventare gassosa ed evaporare nel nulla. Siate custodi – chiede a quella folla immensa di ragazzi – di tutto ciò che ci permette di sentirci parte gli uni degli altri, di appartenerci reciprocamente». La Vergine, che il papa ha proposto come esempio, è stata una ragazza chiamata «senza dubbio a una missione difficile, ma le difficoltà non erano un motivo per dire no. Avrebbe avuto complicazioni, certamente, ma non sarebbero state le stesse complicazioni che si verificano quando la civiltà ci paralizza per il fatto che non abbiamo tutto chiaro o assicurato in anticipo. Il sì e il desiderio di servire sono stati più forti dei dubbi e delle difficoltà».
Il mattino dopo, alla celebrazione conclusiva l’altra sorpresa, non più terminologica né magisteriale, ma sostanziale: papa Francesco ha rilanciato il Messaggio della Teologia del Popolo, di cui egli stesso è esponente. «Proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore. Cari giovani, non siete il futuro, ma l’adesso di Dio. Lui vi convoca e vi chiama nelle vostre comunità e città ad andare in cerca dei nonni, degli adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a loro prendere la parola e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato». Questo ha chiesto ai 700 mila ragazzi radunati in un’area affacciata sul Canale ed intitolata a San Giovanni Paolo II.
Il papa ha aggiunto: «Non siete il futuro di Dio, ma l’adesso. Non domani ma adesso, perché lì dov’è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore; e ciò che vi innamora conquisterà non solo la vostra immaginazione, ma coinvolgerà tutto. Sarà quello che vi fa alzare al mattino e vi sprona nei momenti di stanchezza, quello che vi spezzerà il cuore e che vi riempirà di meraviglia, gioia e gratitudine. Sentite di avere una missione e innamoratevene, da questo dipenderà tutto».
E ancora, citando padre Pedro Arrupe il profetico generale dei gesuiti del quale è in corso la causa di beatificazione, ha aggiunto «Potremo avere tutto, ma se manca la passione dell’amore, mancherà tutto. Lasciamo che il Signore ci faccia innamorare! Per Gesù non c’è un frattanto, ma amore di misericordia che vuole penetrare nel cuore e conquistarlo. Esso vuol essere il nostro tesoro, perché non è un frattanto nella vita o una moda passeggera, è amore di donazione che invita a donarsi. È amore concreto, vicino, reale; è gioia festosa che nasce scegliendo di partecipare alla pesca miracolosa della speranza e della carità, della solidarietà e della fraternità, di fronte a tanti sguardi paralizzati e paralizzanti per le paure e l’esclusione, la speculazione e la manipolazione».
Infine non è mancato alla terza Gmg di papa Francesco (almeno per i giornalisti) un momento di suspence. A conclusione della messa, infatti, papa Francesco dà l’arrivederci ai giovani per la prossima Gmg, che dovrebbe tenersi nel 2022, se verrà rispettata la scadenza triennale introdotta da Benedetto XVI dopo i 25 anni in cui per volontà di san Giovanni Paolo II fu biennale.
E poi aggiunge: «È stata già annunciata la sede della prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Vi chiedo di non lasciar raffreddare ciò che avete vissuto in questi giorni. Ritornate alle vostre parrocchie e comunità, nelle vostre famiglie e dai vostri amici, e trasmettete questa esperienza, perché altri possano vibrare con la forza e la gioia che avete in voi. Con Maria continuate a dire sì al sogno che Dio ha seminato in voi. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me».
E tutti si interrogano: quando è stata annunciata questa sede, certo lo sapevamo tutti che era il Portogallo e il presidente di quel bellissimo paese, Marcelo Rebelo de Sousa, ha partecipato in questi giorni ai principali appuntamenti della Gmg di Panama. Ma a Lisbona o a Fatima? Allora prende la parola al Metro Park di Panama il cardinale Kevin Farrel, prefetto del dicastero per i laici che organizza questo evento, e davanti a 700 mila giovani dice: «Si terrà in Portogallo», senza precisare il luogo né la data esatta. Il nodo dunque non è stato sciolto e forse si seguirà il modello dei Mondiali di calcio con le semifinali in un luogo (in questo caso Lisbona) e la veglia e la messa conclusiva (la finale) a Fatima.