Maria e la comunicazione
Riportiamo alcuni passaggi dell’intervento della fondatrice dei Focolari al seminario internazionale sulla comunicazione organizzato da NetOne a Castel Gandolfo dal 6 all’8 giugno scorso. La figura della Madre di Cristo,”trasparenza di Dio” in particolare nella sua desolazione, è qui indicata come modello anche per tutti coloro che operano nell’ambito dei mass media. Maria ai piedi della croce, nello straziante stabat che fa di lei un mare amaro di angoscia, è l’espressione più alta, in umana creatura, dell’eroicità di ogni virtù. In lei è il trionfo delle virtù della fede e della speranza per la carità che l’accese durante tutta la vita, e qui la infiammò nella partecipazione così viva alla Redenzione. La sua figura di madre che regge Dio morto nelle sue braccia e ancora crede, e spera e ama, può essere il modello e il sostegno dei comunicatori che spesso devono assistere – per trasmetterne, poi, la notizia – ad eventi che ricordano in modi diversi l’abbandono del Figlio di Dio in croce. Una fede simile a quella della Desolata e una speranza contro ogni speranza improntata alla sua consentiranno loro di non sfuggire ai drammi dell’umanità e di farne partecipi i più con il massimo rispetto della verità, ma soprattutto delle persone. Essendo loro stessi amore, come lei è stata, essi potranno trovare il filo d’oro che passa fra gli esseri e dischiudere a tanti quella visione più vera e più profonda della realtà capace di scorgere l’Amore di Dio al di là della trama complessa delle vicende umane. La loro parola allora assomiglierà a quella di Maria, che nel Magnificat vide più in là degli eventi e profetizzò le meraviglie che Dio avrebbe compiuto per mezzo del Figlio, vincendo al contempo con l’amore ingiustizie e soprusi. La Desolata è la mansueta per eccellenza, la mite, la povera fino alla perdita del suo Figlio che è Dio: tutte qualità oltremodo necessarie ai comunicatori che possono spesso svolgere in modo discreto, ma efficace, una funzione di dialogo e di “mediatori” nel loro modo di trasmettere le notizie e anche nei molteplici ambienti dove sono chiamati ad operare. Maria Desolata è la giusta che non si lamenta d’essere privata di ciò che le appartiene per pura elezione; la pura nel distacco affettivo a tutta prova dal suo Figlio Dio, la forte che ha resistito – è rimasta in piedi – pur vedendo Gesù morire in quella maniera… Il suo esempio aiuterà i professionisti della comunicazione a guardare con oggettività gli eventi, a rimanere fermi nel servizio alla verità anche quando essa è scomoda, e talvolta potrà chiedere loro di pagare di persona. Maria, nella sua desolazione che l’ammanta di ogni virtù, insegnerà ancora ai comunicatori a munirsi di pazienza, di perseveranza, di semplicità e di silenzio, perché nella notte dell’umano che è in loro brilli per il mondo la luce di Dio che abita in loro. Sempre, infatti, la parola ha da poggiare su un silenzio, come un dipinto sullo sfondo. Facendo tacere la creatura in loro, e lasciando parlare su questo silenzio lo Spirito del Signore, i professionisti della comunicazione assomiglieranno sempre di più a Maria, trasparenza di Dio.Allora la loro parola non sarà mera parola, ma Parola col Silenzio! Parola con l’Essere! Sarà Amore. I comunicatori acquisteranno così la prudenza necessaria per valutare bene le situazioni sulle quali devono esprimersi e verificare le fonti delle loro informazioni. Anche stando a lungo sotto i riflettori, che facilmente possono abbagliare, si manterranno umili e sapranno riconoscere i limiti della loro conoscenza. Possederanno la Sapienza indispensabile a chi deve amplificare notizie e avvenimenti senza distorcere la realtà. Saranno di buon consiglio e avranno il dono del discernimento per comunicare solo quello che merita, soprattutto in un momento come quello attuale dove il flusso della comunicazione è imponente e tumultuoso. Il Vangelo ci presenta Maria come colei che “serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51). Eppure nessuno ebbe mai parola come lei che diede alla luce il Verbo incarnato che poi perse sul Golgota. Maria desolata, sospesa nel vuoto al pari di Gesù abbandonato, è in certo modo comunicazione allo stato puro, quella in cui il comunicatore è talmente e solo medium che quasi scompare. È trasparenza, cioè qualcosa che sembra non esistere, ma che è. È perché non è, come l’amore. E non è forse questa una delle qualità massime del mediator, del comunicatore? E i media, non sono perfetti quando ci si dimentica della loro esistenza?