Marcia indietro di Toti sull’azzardo
Il Manifesto delle Regioni contro l’azzardo firmato un anno fa anche dal Governatore della Regione Liguria, insieme a quello Lombardia e del Veneto, aveva classificato queste tre regioni come le più efficienti contro la lotta al gioco. Un insieme di normative per regolare le distanze da luoghi sensibili come chiese, ospedali, scuole, case di riposo, scuole per l’infanzia.
Una normativa a cui dovevano sottostare le aperture di nuove sale gioco e le installazioni di nuove slot, dopo l’entrata in vigore della legge regionale della Liguria n. 17 del 2012. Questa legge ha concesso 5 anni di tempo a chi non era in regola per adeguarsi alla stessa.
La sicurezza e la salute di territori e cittadini era la cosa principale da tutelare, ma poi improvvisamente il governatore Toti e l’assessore Rixi hanno cambiato idea, e tutto avrà ancora un rinvio di un altro anno.
Nella Regione Liguria si contano 12.154 slotmachines e 110 sale vlt, su un totale di 1milione e 565mila abitanti. Vale a dire 1 slot machine ogni 128 abitanti. Per il Governatore la deroga di un anno è per evitare interventi che fanno chiudere i piccoli esercizi e aprire mini casinò. «La ludopatia è un tema importante ma bisogna intervenire con misura ed equità: non credo che distruggere le reti di commercio aiuti un malato di gioco».
Secondo i dati dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale delle Dipendenze, un organismo tecnico della Regione Liguria che monitora il fenomeno del gioco d’azzardo patologico, i soggetti in carico ai Sert liguri sono triplicati in sei anni: dai 116 del 2011 ai 368 del 2016.
Per il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali il disturbo da gioco d’azzardo rientra tra le patologie da dipendenza. Secondo i dati del 2016 del Sert liguri metà dei soggetti presi in cura appartengano alle classi di età dai 50 anni in su, con il 79 percento dei malati di genere maschile. La Asl 3 genovese nel 2016 ha seguito 116 giocatori patologici. Nel territorio della Asl3 si giocano ogni anno un miliardo e duecento milioni di euro.
Le persone che vengono seguite, dicono al Sert, sono solo la punta dell’iceberg: a Genova si stima che il problema riguardi 8-9 mila persone, soprattutto anziane. Ma anche i più giovani non sono risparmiati dalla ludopatia: il 6 per cento delle persone seguite dal Sert della Asl 3 ha tra i 20 e i 24 anni. È difficile che un ragazzo arrivi al Sert a causa del gioco d’azzardo, ma il problema esiste, spiegano, perché l’inquinamento educativo è altissimo.