Manifestazioni contro i Caschi Blu in Congo (Rdc)
La regione di Beni, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) è teatro da alcuni giorni di violenze senza precedenti contro le forze di pace Onu di Monusco (Missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo).
Almeno 19 persone, tra cui tre Caschi Blu delle Nazioni Unite, sono state uccise negli ultimi tempi. La scorsa settimana sono scoppiate violente proteste contro la Missione di mantenimento della pace (Monusco) dell’Onu. Le popolazioni ritengono che i Caschi Blu non siano in grado di proteggerle dagli attacchi di vari gruppi ostili che infestano la regione.
Domenica 31 luglio, un contingente delle forze di pace di ritorno da un congedo in Uganda ha aperto il fuoco prima di varcare la barriera e attraversare il confine congolese di Kasindi, a Beni. Due civili sono stati uccisi e 15 feriti. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto “indignato” per l’episodio. Monusco ha trattato questa sparatoria come un “incidente grave”, “inqualificabile e irresponsabile”, e lo stesso governo congolese lo ha condannato invitando al contempo la popolazione alla “calma”.
Lunedì la polizia e l’esercito congolesi hanno dovuto sparare colpi di avvertimento per disperdere i manifestanti che si erano radunati accanto ad una base della Missione delle Nazioni Unite nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, il giorno dopo l’uccisione da parte dei Caschi Blu dei due civili congolesi.
Il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite ha confermato lunedì 1 agosto che António Guterres ha parlato con il presidente della Rdc, Félix Tshisekedi. «Il Segretario Generale ha espresso le sue condoglianze e ha anche manifestato le sue scuse […] le Nazioni Unite sono totalmente impegnate per la pace, in coordinamento e cooperazione con le forze armate congolesi (Fardc)», ha detto Stephane Dujarric, portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Le forze di sicurezza congolesi hanno installato tende ed eretto perimetri di sicurezza davanti alle strutture Monusco nella città di Beni. I Caschi Blu hanno anche rafforzato le misure di sicurezza delle loro installazioni con veicoli blindati e carri armati.
Secondo il portavoce del governo congolese, è in corso un’indagine congiunta tra la missione delle Nazioni Unite e il governo, per individuare le responsabilità.
Alcuni Caschi Blu sono stati arrestati per l’uccisione dei due civili e non serviranno più nel Paese. In un comunicato, Binetou Keita, capo della missione Onu nella Rdc, ha confermato gli arresti e l’apertura delle indagini annunciata dal governo.
Ma la gente è da tempo arrabbiata per l’inerzia di Monusco. «Siamo di fronte ad una forza che ha tutti i mezzi militari e logistici […] chiediamo la partenza di questi turisti», ha detto Losuire Shabani, del movimento pro-democrazia Lutte pour le changement (Lucha). Secondo un altro manifestante: «Siamo venuti a denunciare la complicità di Monusco oltre che della comunità internazionale […] Si uccide a Beni, a Irumu, a Ituri. Chiediamo la partenza di Monusco e ciò senza indugio, perché essa stessa ha dichiarato che non è in grado di combattere a fianco delle forze armate della Repubblica Democratica del Congo (Fardc)».
Gruppi della società civile nell’est del Paese hanno affermato che la missione Monusco si è «dimostrata incapace di garantire la protezione della popolazione e di mantenere la pace e la sicurezza nel Paese». La scorsa settimana è stata lanciata una campagna chiamata “Zero Monusco”.
Da parte sua, la missione di pace delle Nazioni Unite nella Rdc ha descritto come “inaccettabile e del tutto controproducente” l’attacco contro la sua base di Goma, nell’est del Paese, da parte di residenti che ne chiedevano la partenza. Dialogo tra sordi? Arroganza invincibile? Le forze armate onusiane, come quelle di alcuni stati occidentali con una forte presenza in Africa, hanno spesso atteggiamenti colonialisti e non sembrano preoccuparsi dell’opinione delle popolazioni locali.
Presente nella Repubblica Democratica del Congo dal 1999, Monusco conta attualmente più di 14 mila militari, con un budget annuale di 1 miliardo di dollari. È la più grande forza delle Nazioni Unite nel mondo. Monusco è stata criticata per la sua incapacità di aiutare a ripristinare la pace nella Rdc orientale, dove è stata dispiegata da più di 20 anni in una regione dilaniata dai conflitti. La regione non solo resta insicura, ma ospita più di cento gruppi ribelli, tra cui la M23 che controlla vaste aree a poche decine di chilometri da Goma, il capoluogo della regione.