Mango: l’ultimo concerto
Morire sul palco a sessant’anni appena compiuti, dopo una carriera importante nel segno del pop d’autore italiano. Morire facendo il proprio lavoro, attorniato dall’affetto dei fan. Una bella morte vien da pensare in questi casi, una morte “da artista”.
E artista Giuseppe “Pino” Mango da Lagonegro lo è stato davvero, anche se da tempo la sua carriera viaggiava lontano dagli sfavillii dei suoi anni ruggenti. La sua avventura nella musica era iniziata prestissimo: era ancora un bambino quando cominciò ad esibirsi con diversi gruppi poco più che amatoriali della sua Basilicata; gli piacevano il blues e l’hard-rock, il soul e Peter Gabriel. E da subito dimostrò d’avere una gran voce, molto personale in quel suo mix di potenza rock e morbidezza pop-soul, segnata da quel suo falsetto dal calore indiscutibilmente mediterraneo che sarebbe diventato il tratto saliente del suo stile.
L’apprendistato proseguì a Roma, dapprima come autore al servizio di personaggi importanti come Patty Pravo e Mia Martini, poi, verso la fine degli anni Settanta, con le prime imprese da solista. Nell’84 il brano Oro con testo di Mogol gli valse il definitivo ingresso nel pop di seria A. L’anno seguente sbarca per la prima volta al Festival di Sanremo, ma dovrà aspettare ancora un po’ per riuscire ad agguantare il vero successo: con Lei verrà una suadente pop ballad che ne esaltava l’invidiabile, originalissima espressività vocale.
Da lì in avanti altri successi notevoli: da Bella d’estate a Sirtaki, da Mediterraneo a Dove vai, presentata con successo al Festival del ’95, a La rondine, di fatto la sua ultima grande hit. Nel nuovo millennio inizia infatti un lento declino, se non di qualità, di popolarità: Mango continua a scrivere belle canzoni per altri, ogni tanto pubblica qualche disco, scrive anche un paio di libri, ma è chiaro che se la classe e la passione sono rimaste intatte, il mercato del pop gli preferisce personaggi più giovani e trendy. Ciò nonostante la sua carriera continuerà col rigore e l’onestà che lo avevano sempre contraddistinto, tra pause di riflessioni, tour, e qualche rara apparizione televisiva. Nel 2011 il suo ultimo album d’inediti La terra degli aquiloni, e nella primavera di quest’anno, il suo ultimo lavoro, L’amore è invisibile: con tre inediti e qualche classico come Fields of gold di Sting, One degli U2, la beatlesiana Get Back, e il singolo Scrivimi, appassionata rilettura del vecchio classico di Nino Buonocore. Da mesi il tour Elettroacustico lo aveva restituito all’affetto dei vecchi fans, sempre pronti ad intonare all’unisono i suoi vecchi cavalli di battaglia: una lunga serie di concerti in giro per la Penisola bruscamente interrotta ieri sera, quando, come si legge sulla sua pagina Facebook, “La rondine è volata via”.