Manfredi: lezioni miste e meno tasse. Riorganizziamo le Università

Per il ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi «il sistema dell’Università italiana rappresenta un’eccellenza, ma è troppo poco dimensionato per competere davvero su scala internazionale». Sul numero di agosto di Città Nuova l'intervista completa, di cui anticipiamo qualche dichiarazione

«Tutte le università si stanno organizzando per fare in modo che da settembre possano riprendere le lezioni in presenza che prevediamo di integrare con la didattica a distanza, soprattutto per venire incontro alle esigenze degli atenei che devono fronteggiare il problema dell’affollamento delle aule. Il criterio sarà quello di alternare le due modalità». Se le condizioni di sicurezza previste per la pandemia da coronavirus lo consentiranno, dunque, tra un mese di tornerà in aule anche nelle università. Lo afferma il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi (intervista completa sulla rivista Città Nuova di agosto), che spiega come i vari atenei stanno valutando – insieme al ministero – anche l’opportunità di «prevedere un allungamento dell’orario per le lezioni e avere un maggior numero di aule disponibili».

La crisi economica sta colpendo duramente gli studenti universitari, riducendo il numero dei possibili iscritti al prossimo anno accademico, per questo motivo molti atenei sono corsi ai ripari. Sono infatti tantissimi – da Napoli a Genova, da Roma a Bergamo – ad aver deciso un calo delle tasse di iscrizione e ad aver ampliato le fasce di esonero o di riduzione. Non solo.

In Sicilia la giunta regionale ha previsto 1.200 euro per ogni studente universitario che tornerà dall’estero o da altre regioni per continuare gli studi, mentre le Università di Palermo e Catania azzereranno le tasse per migliaia di studenti. Discorso simile in Puglia, dove chi torna da altre università non pagherà le rette.

La diversificazione delle misure non piace al ministro Manfredi, ma per i rettori delle Università che le promuovono sono una necessità per sostenere gli studenti, alle prese con esami e test di ammissione.

A questo proposito, «Le date per le prove di ammissione alle facoltà a numero chiuso sono state tutte già stabilite, ma – afferma Manfredi – la situazione sarà diversa a seconda degli atenei. Modalità, contenuti delle prove e numero dei posti disponibili per le immatricolazioni saranno definiti con specifici decreti. Per le facoltà più affollate – come nel caso di Medicina – la possibile soluzione per diminuire spostamenti ed evitare assembramenti, sarà quella di moltiplicare le sedi per il test. Gli studenti iscritti alla prova di ingresso potranno svolgere il test nelle università della propria regione di residenza senza doversi spostare».

Per il ministro Manfredi è «il momento di ripensare all’organizzazione delle Università, che sia più funzionale non solo alle intervenute esigenze, ma pronta ad affrontare nuove eventuali emergenze che potrebbero presentarsi in futuro».

(Leggi l’intervista completa sulla rivista Città Nuova di agosto)

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