Mame e la difficile lotta per la sopravvivenza
«Mame è una vittima della globalizzazione, dobbiamo ricordarlo anche come simbolo dei tanti giovani che lottano per sopravvivere». Mame Mor Diop era un giovane senegalese che faceva il venditore ambulante sul lungomare e ai mercati settimanali. Vendeva belle borse in pelle, nere e marroni. Alcune anche di colore rosso. Poi vendeva occhiali da sole, collane e braccialetti. Era simpatico, salutava quanti si fermavano a guardare la sua merce, e li salutava in dialetto ligure.
Per anni è vissuto a Sanremo, sempre vendendo per le strade e in spiaggia i suoi oggetti. Venerdì della scorsa settimana era forse la prima volta che esponeva la sua merce sul grande mercato che si svolge tra il lungomare e la foce del Roja, a Ventimiglia, al confine con la Francia. Tanti turisti, tanti francesi affollano questo mercato. Ad un certo punto, i venditori ambulanti, attraverso un segnale convenzionato che tra loro significa "polizia municipale in arrivo", chiudono il lenzuolo con dentro la merce, fanno un fagotto, se lo buttano in spalla e velocemente si mischiano alla folla.
Mame Mor Diop aveva con sé solo cinque portafogli contraffatti; temendo un controllo è fuggito verso la spiaggia insieme ad un amico, per attraversare il fiume Roja lì nel punto in cui sfocia in mare, per poi, forse, allontanarsi verso la Francia. È entrato in acqua, ma si è trovato subito in difficoltà, forse non sapeva nuotare. L'altro senegalese si è messo in salvo. Mame Mor Diop è finito sott'acqua, tre agenti sono accorsi per salvarlo, con l'ausilio dei bagnini della spiaggia vicina. Sono riusciti a soccorrerlo, è anche arrivato il 118, ma è stato inutile.
Sono arrivati gli altri amici ambulanti senegalesi, hanno visto Mame senza vita e hanno iniziato a protestare. Per loro non è vero che gli agenti hanno cercato di salvarlo, lo inseguivano per sequestrargli la roba. La protesta si è trasferita davanti al commissariato di Ventimiglia. La morte di Mame ha suscitato tenerezza e dolore anche tra i cittadini liguri che si sono uniti ai senegalesi di Sanremo scesi in piazza a protestare contro la polizia, ma anche per esprimere sdegno per la morte del loro connazionale e amico. S’è fatto un corteo pacifico lungo le vie della città sino ad arrivare nella piazza Eroi, dove si svolge il consueto mercato settimanale.
Da diversi mesi, in Francia, si sono intensificati i sequestri di prodotti contraffatti, e da alcune parti si è letto un manifesto in italiano e francese che avvertiva gli acquirenti a non comprare nulla dagli ambulanti se non volevano commettere un reato. Certamente, come dice il cartello, «Mame è morto vittima della globalizzazione, dobbiamo ricordarlo anche come simbolo dei tanti giovani che lottano per sopravvivere». E da quest’altra estremità dell’Italia, sono tanti, davvero tanti, i sans papiers che cercano ogni giorno di poter campare vendendo un braccialetto, un portafoglio, o una borsa.