Maltempo, sulla costa adriatica si contano i danni
Era atteso, ma forse non con gli esiti che ha avuto, il cambio metereologico che nel pomeriggio del 10 luglio ha dato vita ad un’eccezionale ondata di maltempo che si è abbattuta da nord a sud del litorale adriatico. Quello che doveva essere infatti il nuovo ciclone di aria fredda che avrebbe determinato un abbassamento delle temperature da 8 a 10 gradi, dopo giorni di aria calda proveniente dal’Africa, ha portato però a danni incalcolabini a causa di grandine, nubifragi e trombe d’aria.
Come a Milano Marittima, dove sono caduti dei pini secolari che hanno danneggiato le auto sottostanti. Una donna è stata ferita. A Cervia sono spezzati oltre duemila alberi di cui mille della pineta.
Nelle Marche black-out elettrici e auto pesantemente danneggiate dalla violenza del vento. In provincia di Urbino una donna è stata tratta in salvo dalla sua auto dopo che, a causa della forte pioggia, si è cappottata finendo vicino a un dirupo. Forti le raffiche di vento che hanno soffiato fino a 150 chilometri orari mettendo in fuga i bagnanti. Ad Ancona la spiaggia di Numana è stata completamente distrutta e vari stabilimenti restano a rischio di apertura.
A Pescara 18 persone sono finite all’ospedale a causa di una violenta grandinata, con grani grandi quanto palline da tennis, con ferite al volto e al capo. Tra loro anche una donna incinta. Il violento nubifragio ha provocato danni anche all’ospedale, con allagamenti al primo piano, al seminterrato, nelle cucine e nella farmacia. Il parcheggio dipendenti, con decine di auto, è stato sommerso da due metri d’acqua. Ferme le sale operatorie. Molte le strade del centro storico pescarese trasformate in veri e propri fiumi di acqua e fango.
Nel chietino i sindaci dei comuni di Casalbordino, Vasto e San salvo hanno attivato il Coc (centro operativo comunale) e chiederanno lo stato di calamità naturale alla politica. Interrotti i collegamenti con le Tremiti in Molise.
Dalla Romagna ai comuni molisani sono state molte le chiamate giunte ai vigili del fuoco per tetti, tegole e alberi caduti e allagamenti. Infine, ingenti danni anche all’agricoltura, non solo a capannoni e serre, ma anche alle coltivazioni di pomodori e di cereali non ancora trebbiati e ai frutteti.