«Maledizione di Dio l’appesso sul legno». Questioni attorno a Dt 21,22-23

The article looks at the law formulated in Deuteronomy 21:22-23, which Paul does not hesitate to apply to Jesus death on the cross. But the data, both semantically and syntactically, do not give us a great deal of help in understanding the law’s original meaning, a fact confirmed by the various interpretations the law has had during Israel’s history. To assess where we are with its current understanding, Rossé considers two recent studies in particular – by Emil Puech and by Martin Rose – which come to significantly different conclusions.
Introduzione
 

Il testo di Dt 21,22-23 ha indubbiamente avuto una sua importanza nella comprensione della morte di Gesù. Paolo, in Gal 3,13 cita esplicitamente Dt 21,22c, anche se adatta la sentenza alla sua argomentazione sulla Legge.
Tuttavia è improbabile che la citazione «maledizione di Dio l’appeso sul legno »1 facesse parte dei testimonia utilizzati dalla giovane Chiesa. La sentenza è troppo negativa per attribuirle una funzione profetica, anche se, alla luce della risurrezione del Crocifisso, potrà acquistare valore rivelativo. È più probabile che essa servisse agli Ebrei non-cristiani per giudicare e respingere con fermezza il Cristo annunciato dai suoi seguaci: un crocifisso non può in alcun modo essere l’Inviato ultimo di Dio, il Messia.

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