Il Male colpisce di notte, a tradimento

Qualche breve riflessione dopo i fatti dello Sri Lanka e dopo tanti atti che sembrano fare arretrare il tasso di umanità. I pensieri di un appassionato di dialogo che, senza pretese, vuole comunque capire

Sono rimasto scioccato dal bilancio dell’ultimo attentato che ha colpito non solo i cristiani dello Sri Lanka, ma tutti coloro, credenti e non, gente con uno spirito sincero, non possono rimanere indifferenti e non porsi delle semplici domande: chi poteva pensare di uccidere centinaia di credenti il giorno di Pasqua, e di ferirne il doppio? Chi ha voluto seminare paura, odio, terrore in una giorno tanto benedetto? Il Male è all’opera, si organizza, pianifica morte e dolore; il Male colpisce a tradimento e spesso di notte. il Male riesce ad agire indisturbato, in mezzo alla discordia tra polizia e le leve del comando di quella nazione. L’odio s’intrufola tra le piaghe della fragilità di uno Stato e ne approfitta per portare la morte: l’unica cosa di cui sia capace. Il Male odia il genere umano, la vita, la luce, la gioia e la felicità della gente. I fatti attorno a noi lo dicono. Basta guardare alla Siria, all’Iraq, al Burkina Faso in cui si distruggono statue della Madonna e si ammazzano preti e fedeli in un continuo stillicidio, al Myanmar con i rohingya, alla Cambogia letteralmente “mangiata” dalla Cina e a quant’altri Paesi potremmo nominare ancora. Giuda, quando ha voluto colpire Cristo, uscì ed era notte.

Ronnakorn Romruen, 23 anni, scortato dalla polizia, accusato dell'omicidio della giovane turista tedesca, Thailandia, 9 apriel 2019.
Ronnakorn Romruen, 23 anni, scortato dalla polizia, accusato dell’omicidio della giovane turista tedesca, Thailandia, 9 apriel 2019.

Ed è sempre notte quando si uccide, quando s’inquinano mari e fiumi, quando si approfitta della gente inerme, come qualche giorno fa in Thailandia: una giovane norvegese, l’ennesima, stuprata di notte mentre cercava di tornare in albergo, da un ragazzo uscito il giorno prima di prigione. Ed è stata fortunata che non l’abbia uccisa, come troppo spesso accade. Tutto è successo a poche centinaia di metri dall’albergo. Di notte. Silvia Costanza Romano di soli 23, la volontaria di Africs Milele Onlus rapita in Kenya, rapita di notte e ancora nelle mani dei suoi rapitori ormai da troppo tempo, dal novembre del 2018. Un altro episodio esempio di una notte epocale: con tutte le tecnologie esistenti al mondo, possibile che non si riesca a trovare quella ragazza? Anche per noi che siamo lontani da quei luoghi, forse dall’altra parte della Terra, resta un mistero, un dolore profondo non rivedere Silvia libera di fare quello per cui era in Kenya: aiutare gli scartati, gli ultimi. Ogni dolore, ogni storia di questo genere colpisce ognuno di noi. E ci sarebbe da disperare guardando al mondo così com’è o come ce lo descrivono i media e i social network, se non guardassimo oltre, verso un’alba che si fa strada in mezzo a mille notti.

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Alcune settimane fa di sera, passeggiavo vicino a casa. Scorgo una signorina seduta davanti a un negozio. Avrà fame, ho pensato. Mi avvicino e le chiedo, nel poco vietnamita che riesco a masticare. Mi risponde in malo modo e allora mi allontano. Poi la rivedo, giorni dopo, e capisco che non sta bene. Ieri notte la incontro di nuovo fuori da una chiesa: vinco la paura e mi avvicino. Mi fa posto e ci sediamo insieme sulla panchina. Iniziamo a parlare. Pochi minuti, quanto basta per farle sentire che ci sono e le porgo in dono del denaro, per la colazione dell’indomani, e la cena e anche per dopodomani. È felice. Mentre mi alzo e torno a casa, sento che la notte e l’amarezza stanno sparendo, dentro di me. Il sorriso di quella donna indifesa ed affamata mi ha come rimosso la pietra davanti al mio sepolcro. Un altro piccolo episodio: ieri ero sulla costa di Vung Tau, ancora in Vietnam: prima di entrare in acqua e nuotare, mi sono guardato attorno e ho visto che mi trovavo in mezzo alla plastica, caschi di moto, bicchieri, siringhe, probabilmente tutto questo era stato scaricato, di notte, dalle navi merci ormeggiate a qualche centinaio di metri. Attorno a me alcuni bagnanti che nuotavano. Io non riuscivo a entrare in acqua: come fare qualcosa per questa terra, per questa gente. Ho iniziato a pulire la spiaggia, dissotterrando le buste di plastica e quanto trovavo. Un giovane ragazzo vietnamita mi ha visto dalla strada e si è unito a me. Abbiamo parlato e lavorato sodo e dopo 30 minuti abbiamo portato sulla strada qualche chilo di spazzatura. Siamo diventati amici. Ero felice e ho potuto nuotare. Almeno qualcosa avevo fatto, non per me soltanto, ma anche per quelli che si trovano sulla piccola spiaggia e che non hanno mosso un dito per aiutarci.

Un’altra speranza me l’ha data un’amica a Saigon, che passa tutto il suo tempo libero dall’insegnamento a curare gli studenti le cui famiglie sono disastrate o inesistenti, quelli ammalati e che non hanno come curarsi. Utilizza i soldi che guadagna per dare speranza a chi non ne ha. Ed è felice, pur sola… e non sempre capita dagli amici e dalla famiglia. No comment. Guardando all’Asia di oggi mi verrebbe da disperare. La Corea del Nord, strozzata dalle sanzioni, ha ricominciato a sparare missili, mentre la sua gente muore di fame e alluvioni. I fondamentalisti avanzano in Indonesia e Malesia. Dopo le elezioni in Thailandia, i militari riescono a tenersi stretto il potere. In Myanmar i rohingya non torneranno mai alle loro terre, ai loro villaggi rasi al suolo e ai loro morti, sotterrati nei pilastri di cemento e sotto nastri d’asfalto. E la Cina? Compra tutto e tutti, attraverso la tanto sbandierata Nuova via della seta, in barba alle più elementari norme ecologiche, costruendo megainfrastrutture, scacciando i poveri ed emarginando nuove popolazioni. In questo momento, quante ragazze kachin staranno passando il confine con la Cina per essere vendute a gente senza scrupoli? Troppe.

Eppure il sorriso di quella giovane amica che aiuta gli ultimi degli ultimi a Saigon, di quel ragazzo sulla spiaggia e di tutti coloro che vivono lavorando e sperando in un mondo diverso, migliore, illuminano la mia piccola notte.

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