Mai più stragi di migranti in mare! Voci dalla società civile
I ministri del governo Meloni sono attesi alle 14 di giovedì 9 marzo all’aeroporto di Ciampino per un breve volo verso la Calabria dove nella cittadina di Cutro si terrà nel pomeriggio una riunione straordinaria dell’esecutivo dedicata alla questione delle migrazioni dopo l’ennesima tragedia avvenuta in mare, stavolta a poca distanza dalla costa italiana dove continuano ad arrivare i corpi dei migranti affogati proprio mentre credevano di essere vicini alla meta di un viaggio partito da Smirne in Turchia con un caicco, una tipica imbarcazione usata dai pescatori di quel Paese.
Si poteva salvare quel carico di uomini, donne e bambini che mani pietose hanno raccolto in decine di bare davanti alle quali Sergio Mattarella è rimasto a lungo in silenzio? Nel dibattito che si è svolto alla Camera martedì 7 marzo, dopo la relazione del ministro degli Interni Piantedosi, sono emerse ricostruzioni dei fatti del tutto diverse tra l’opposizione, che parla di colpa nella strage, e la maggioranza, compatta nel rifiutare ogni addebito.
Un tratto comune che emerge comunque sembra essere quello di un senso di umanità che resta vivo nella società italiana come dimostrano i sindaci calabresi inginocchiati spontaneamente davanti alle vittime, le testimonianze commosse dei pescatori che non si danno pace per non aver tratto in salvo più naufraghi, il disagio sempre più evidente verso le tesi che puntano a criminalizzare e a rendere più difficili i salvataggi in mare ad opera delle organizzazioni umanitarie.
Il presidente della Repubblica, Mattarella, ha ribadito che è «indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio». La concretezza richiesta dal Quirinale, secondo L’Osservatore Romano, «è soprattutto la capacità di guardare alla fraternità universale come al fondamento della pace globale, grazie alla quale l’umanità possa vivere in libertà e con dignità, ovunque si trovi».
A partire da questa prospettiva si deve leggere la lettera pubblica che è stata inviata a Mattarella per accompagnare l’impegno solenne contenuto in un appello sottoscritto da oltre un migliaio di partecipanti all’incontro “Prendersi cura dell’Italia” promosso dai Volontari di Dio – Movimento dei Focolari in Italia. Come si precisa nel testo della missiva, «di fronte all’ultimo tragico naufragio di migranti sulle coste della Calabria non possiamo non gridare “Basta morti in mare!”. Non vorremmo un giorno che i nostri figli ci rimproverassero di esserci girati dall’altra parte». «La fraternità – è scritto nell’appello- non ci lascerà mai indifferenti davanti a chi muore sulle nostre frontiere. Faremo di tutto affinché il nostro Paese sia un arco di pace nel Mediterraneo e possa così concorre, con tante persone di buona volontà, a far sì che l’Europa non smarrisca la sua originaria e fondante vocazione per la costruzione di un mondo più unito».
Istanze che devono fare i conti con una tendenza opposta che si fa largo in Europa a partire dalla proposta di legge annunciata dal primo ministro britannico, il leader conservatore di origine indiana Rishi Sunak, che mira ad impedire ai migranti irregolari di richiedere asilo, prevedendo la loro espulsione verso il Ruanda o eventuali altri Paesi convenzionati ponendo il bando ad ogni loro futuro nuovo tentativo d’ingresso.
Una misura che punta in particolare a frenare gli arrivi dalla Francia attraverso il canale della Manica con partenza da Calais (45 mila arrivi nel 2022, più del 40% rispetto al 2021).
A partire da queste misure si comprende la presa di posizione delle numerose sigle raccolte nel Tavolo Asiloche hanno indetto per sabato 11 marzo una manifestazione nazionale sulla spiaggia di Cutro per chiedere, tra l’altro, «di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori».
Le realtà del Tavolo richiedono una serie complessa di interventi a partire dalla necessità «di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo», sollecitando il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma.
All’interno del governo italiano si levano invece proposte da parte della Lega che puntano a tornare alla prima versione dei Decreti sicurezza, conosciuti come decreti Salvini, che hanno generato un vasto contezioso sulla gestione delle migrazioni, il grande fenomeno destinato a restare a lungo una questione aperta e controversa sul piano sociale e politico.
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