Mahmoud Ali Youssouf, nuovo presidente dell’Unione africana

Al di là dei pronostici della vigilia, è stato eletto presidente della Commissione dell'Unione africana Mahmoud Ali Youssouf, dal 2005 ministro degli Esteri della piccola repubblica Gibuti, sul Mar Rosso, ex-colonia francese indipendente dal 1977.
Mahmoud Ali Youssouf, neopresidente della Commissione dell'Unione africana, durante il "Summit del futuro" a New York, Usa, 23 settembre 2024. EPA/SARAH YENESEL via Ansa

Era stato annunciato come favorito il keniano Raila Odinga, leader del Movimento democratico arancione, ma alla fine è stato il gibutiano Mahmoud Ali Youssouf ad essere eletto presidente della Commissione dell’Unione africana (Ua) ad Addis Abeba, sabato 15 febbraio. 

Ha vinto al settimo turno con 33 voti su 49. Dei 55 stati aderenti, 6 erano stati sospesi a causa dei colpi di stato perpetrati nei rispettivi Paesi: Gabon, Mali, Guinea, Sudan, Burkina Faso e Niger. 

Ministro degli Esteri di Gibuti dal 2005, Mahmoud Ali Youssouf ha 59 anni, ed ha vinto il confronto con l’ex primo ministro del Kenya, Raila Odinga e l’ex ministro delle Finanze del Madagascar, Richard Randriamandrato. 

Al primo turno, era stato proprio Raila Odinga a essere in testa con 20 voti, ma il candidato gibutiano è risalito progressivamente, beneficiando in particolare del trasferimento di voti del candidato malgascio, eliminato al quarto turno. Retrocesso al secondo posto al termine del sesto turno di votazioni, Raila Odinga ha dovuto ritirarsi, come previsto dallo statuto dell’Unione africana. 

Ma è stata la sua campagna, incentrata sulla diplomazia e sul rivolgersi a gruppi di Paesi, non a singole nazioni, a fare la differenza. «Odinga del Kenya è accusato di voler letteralmente comprare tutti i voti», afferma una fonte presente in aula. E aggiunge: «I capi di stato e i diplomatici sono pragmatici e non vogliono considerare il loro voto come una corruzione passiva. Il continente non ha bisogno di questo…».

Youssouf ha sottolineato l’accelerazione delle riforme avviate all’interno dell’Unione africana dal 2017, ma anche il ritorno della pace nel continente. 

Il nuovo presidente succederà ufficialmente al ciadiano Moussa Faki Mahamat, il cui secondo mandato alla guida dell’organizzazione continentale terminerà il 15 marzo.

«Un momento di orgoglio per Gibuti e per l’Africa. Esprimo la mia sincera gratitudine ai capi di stato per la loro fiducia e il loro sostegno. La sua [di Youssouf] leadership servirà l’Africa con dedizione e visione», ha commentato su X il presidente di Gibuti Ismaïl Omar Guelleh. 

Nel corso della stessa 38esima sessione ordinaria dell’Assemblea dei Capi di stato e di governo dell’Unione africana, l’algerina Selma Malika Haddadi è stata eletta vicepresidente della Commissione per il mandato 2025-2028. Ambasciatrice algerina ad Addis Abeba e rappresentante permanente del suo Paese presso l’Ua, Haddadi ha ottenuto 33 voti e succede così alla ruandese Monique Nsanzabaganwa, in carica da marzo 2021. La diplomatica parla anche le tre lingue ufficiali dell’Ua. Ha incentrato la sua campagna sul consolidamento della gestione amministrativa e finanziaria della Commissione. Ed ha espresso inoltre il desiderio di «rafforzare la fiducia e la sinergia tra la Commissione e gli Stati membri dell’Unione africana».

La Commissione dell’Unione africana, organo esecutivo dell’organizzazione panafricana, ha il compito di tradurre in azioni le decisioni degli Stati membri e di coordinare le iniziative nel continente. Il suo ruolo è cruciale di fronte alle molteplici sfide economiche e di sicurezza che l’Africa si trova ad affrontare.

Inutile dire che il mandato del nuovo presidente inizia in un contesto di numerose e grandi crisi, segnato in particolare dai persistenti conflitti nella Repubblica Democratica del Congo e in Sudan. I disordini nell’Africa occidentale con i dissensi tra la Cedeao (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e l’Esa (Alleanza degli Stati del Sahel), oltre alla guerriglia dei gruppi armati attivi nell’ovest del continente.

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